Negli anni del 1920 un’importante pandemia, la cosi detta Spagnola, causò 50 milioni di morti in tutto il mondo.
I virus, forse, sono sempre stati i padroni del globo: non sappiamo infatti se i primi esseri viventi ad abitare i mari e gli oceani del pianeta siano state le cellule oppure i virus stessi, che in generale non sono pericolosi ma probabilmente hanno contribuito alla crescita della vita sulla terra.
Oggi, nel 2020, esattamente cento anni dopo la pandemia Spagnola, assistiamo a una malattia che assomiglia per certi versi alle influenze occidentali come in passato. Si tratta di una malattia che non conosciamo bene, per certi versi per niente! Il virus, come tutti i virus, non si vede, non emette odori e ovviamente non è palpabile, ma è purtroppo presente tra noi.
Questa realtà di per sé si presta ad attivare in noi una sana ansia, ma inconsciamente scatena fobie e panico! Non sappiamo dove si trovi rispetto a noi, in quale momento e a quale distanza.
Le reazioni psicologiche possono essere, come si può vedere attraverso i comportamenti delle persone di nostra conoscenza, di quasi negazione del pericolo, sino a ignorarlo, oppure di un vero e proprio atteggiamento di sfida, a volte in modo delirante.
Il Manzoni descrive molto bene, nel suo romanzo storico, come la gente di allora reagiva, cioè i comportamenti che si denominavano isterismo o psicosi e i nemici erano considerati anche gli untori.
Fortunatamente la maggior parte della gente è in grado oggi di comprendere quel che le Ordinanze governative prescrivono per l’Italia, a questo punto, riguardo la diffusione del virus. Dobbiamo in verità solo osservare in maniera scrupolosa le Ordinanze promulgate da chi ci governa.
Le conoscenze del comportamento del virus sono ancora condizionate al suo funzionamento e pericolosità all’incontro e impatto con il sistema immunitario di ciascuno di noi.
Sono nel ring due forze: la potenza della virulenza contro il sistema immunitario con la sua capacità difensive.
L’ammalamento, anche grave, è direttamente proporzionale alla debolezza del sistema immunitario. Se il sistema immunitario è plasticamente protettivo, l’ammalamento non attecchisce e viceversa.
Sino a pochi giorni fa non si sapeva con esattezza a quanta distanza si doveva stare dalla gente per non essere infettati: due metri, un metro e mezzo. Oggi sembra che la distanza sia ridotta almeno a un metro, alcune notizie provenienti dalla Cina minacciavano che fosse addirittura 4 metri e mezzo. Questa ultima notizia è stata smentita.
Notizie dall’estero parlano di superfici come scrivania o altro che debbono essere disinfettate con molta attenzione a causa di una permanenza protratta del virus.
Non era chiaro per quanto tempo il virus rimanesse sospeso attivo in aria in luogo chiuso: Si parlava di un allarme perché durava mezz’ora. Anche questa ipotesi sembra essere caduta.
Inoltre le informazioni giunte da autorevolissimi medici infettivologi e virologi, da sedi di diverse emittenti televisive, raccontavano le loro conoscenze scientifiche con il loro tono di comunicazione personale che invitava a volte a preoccuparsi, ma a volte a tranquillizzarsi forse un po’ troppo, dichiarando che il virus fosse paragonabile a una tradizionale influenza con qualche pericolo in più a causa della polmonite interstiziale che danneggia gli alveoli. Notizia che permane come attendibile.
I medici hanno compreso la realtà secondo la quale gli ospedali cominciavano a non gestire tutti pazienti gravi, spesso anziani per lo più con la terapia d’urgenza e intensiva con respiratori.
Misure restrittive di contenimento sono state subito applicate alle Aree del Nord, in Lombardia, nel Veneto fino ad estenderle all’Emilia Romagna.
Oggi l’allarme con severe restrizioni di contenimento è stato esteso a tutta l’Italia come nazione.
Mi sembra che la popolazione nel suo complesso sia oggi disponibile a osservare le Ordinanze.
Ciò nonostante, in molti casi, si osserva che la popolazione si comporta troppo spesso in modo deludente, disattendendo le aspettative dei sanitari e dei politici.
Per fortuna, a fronte di demoralizzanti risposte per alcuni comportamenti popolari e dei loro atteggiamenti e svilenti in senso civico, troviamo medici coscienziosi e volontari che si prodigano senza orario per salvare pazienti di pronto soccorso urgente.
Cosa dire della comunicazione degli organi competenti rivolta alla cittadinanza?
Ci sarebbero da fare alcune critiche, ma non ne vale proprio la pena, in questo momento occorre unificare e sintetizzare in una sola voce quel che è necessario per portare le comunità a funzionare allo stesso modo. L’obiettivo è quello di gestire il virus fino a spegnerlo e restituire a tutti la libertà dagli arresti domiciliari. Nel frattempo speriamo presto ad un vaccino, per debellare per sempre la malattia.
A mio parere, abbiamo però bisogno di una persona autorevole, per sua competenza, nelle attività di gestire le grandi crisi, quali catastrofi, terremoto, cicloni, uragani distruttori, naufragi, allagamenti delle città e dei territori ecc..
La globalizzazione ci espone oggi, e ci esporrà sempre domani, a situazioni di emergenza, cosicché occorre prepararsi a pensare a persone adatte a gestire le grandi emergenze.
I medici specialistici ci stanno fornendo conoscenze e competenze professionali di eccellenza. Ci sono consultazioni con esperti dall’estero. Le televisioni trasmettono continuamente aggiornamenti scientifici.
Siamo sicuri che ciò sia sufficiente?
La gente è in grado di ascoltare i messaggi per quello che realmente significano?
Apparentemente si, ma inconsciamente non tutte le persone.
Il mio parere è dunque parzialmente negativo.
La gente, intendendo la grande massa di persone, percepisce messaggi contradditori pur essendo diffusi da specialisti ultra-competenti.
Seppur gli esperti comunicano gli stessi concetti, la moltitudine delle persone non sembra in grado di decodificarli al fine di far proprie le notizie e agire con il buon senso.
Parte della gente si spaventa per una malattia incombente che appare terrificante e reagisce anche nei modi sopra descritti. Inoltre la democrazia non può gestire i messaggi che molti, tra la popolazione, percepiscono inconsciamente come schizoidi.
La psicosi o l’isteria di massa non significa che gli individui siano disturbati mentalmente, ma che le informazioni di massa, anche se esatte, producono travisamenti che si propagano come lo stesso virus allargando e ingrossandosi a dismisura. Figuriamoci quando esistono alcuni ciarlatani che come Don Ferrante, nei Promessi Sposi, diffonde fake news .
Inoltre, ci sono persone che con le loro ipotesi, sulle ipotesi del virus, fanno diventare delle notizie delle certezze, smentendo gli annunci ufficiali, prodigandosi a comunicarle ovunque, diffondendo molta confusione nella gente.
Altre persone disperano di perdere parenti importanti, anziani e ammalati, e la loro disperazione, pur comprensibile, si traduce in breakdown, in collassi nervosi diffusi, come messaggi di mancanza di protettività medica.
Penso che Umberto Eco, scomparso purtroppo nel 2016, in questa nostra situazione potrebbe essere di grande efficacia nell’aiutare il nostro Stato, senza mia polemica, comunicando ciò che sta accandendo per bene alla gente, tenendo conto della varietà di difficoltà di chi riceve i messaggi, ovviamente con una comunicazione unificata.
Con lungimiranza Eco è riuscito ad analizzare i problemi che sarebbero potuti nascere dalla cultura di massa e dal nuovo modello di comunicazione sorto con l’evolversi della tecnologia.
Eco ci ha avvertito in tempo sulla potenza della lingua, sulle strategie di comunicazione e sui pericoli che queste comportano. Ora dovremmo essere noi a riprendere e soprattutto comprendere i suoi insegnamenti.
Speriamo di poter condividere con tutta l’Europa, e con il resto del mondo, le nostre esperienze e conoscenze e unificare gli interventi che nel passato non era possibile istantaneamente come oggi invece possiamo, grazie anche agli strumenti tecnologici o a farmaci sofisticati.
Insomma le cause dei messaggi schizoidi e deboli sono causati da varie fonti. Non c’è colpa da attribuire, perché stiamo imparando a integrare le energie di ogni settore, includendo anche quello economico.
Mi auguro che piano piano arriveremo a saperne di più sul contagio pur mantenendo la nostra democrazia.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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