Non bisogna meravigliarsi che alcuni giovani si sentano spesso smarriti, che i comportamenti compulsivi aumentino in tutti i settori del reale, che si sentano vuoti senza bussola mentale orientativa che i disturbi narcisistici, di perfezionismo ossessivo siano dominanti in molte personalità. Il nichilismo imperversa come aveva previsto Friedrich Nietzsche.
Da un punto di vista psicoanalitico il Reale si riferisce al mondo contestuale che ci circonda empiricamente che possiamo percepire e significa quindi ciò che possiamo modificare.
In altre parole, noi siamo protagonisti attivi all’interno dei vari contesti concreti e possiamo agire e modificare le situazioni in base ai nostri bisogni e desideri. Possiamo cambiare o subire ciò che non ci piace.
La Realtà esterna invece rappresenta il Non-Io. Normalmente la gente non può modificarla perché non è sotto controllo. Verso la Realtà esterna siamo impotenti.
Se però alcuni di noi producono atti grandiosi, di solito geniali oppure criminali, allora possiamo influire nella storia e nella cultura quindi modificare anche quella realtà esterna. Per esempio, nella storia attuale farà storia e modificherà la realtà esterna, il duello Clinton/Trumph perché uno dei due diventerà presidente degli Stati Uniti: ma già lo stesso duello fa storia e cambiamento della Realtà.
Albert Einstein, Karl Marx, Guglielmo Marconi, Sigmund Freud, e tanti altri, hanno cambiato il corso della storia, la cultura mondiale, quindi la Realtà esterna.
Attila, Re degli Unni, Adolf Hitler, Joseph Stalin, la bomba atomica di Hiroshima e Nakaski , Bin Laden, l’Isis , e tanti altri esempi purtroppo ecc hanno cambiato la Realtà e la storia in altro modo.
Ai nostri tempi cos’è il reale ?
Mi sembra di poter rispondere che il Reale sia corrispondente al Virtuale. Conta ciò che compare, grazie a internet in una specie di scenario permanente .
La televisione con mille canali di spettacolo e di vendita, lo smartphone con le sue infinite funzioni, incluse quelle telefoniche che sono gratuitamente disponibili e utilizzate in tutto il pianeta con whats’app: e poi i programmi per incontrare e conoscere gente, le stanze delle chat. Inoltre le foto che vanno in rete combinando anche guai, come suicidi e anche tramite il cyber- bullismo, la porno-pedofilia, il terrorismo dei lupi solitari che spesso prolifera tramite internet, le sette segrete che comunicano allo stesso modo che non si possono del tutto individuare e quindi cancellare e fermare.
La vendita in internet e il condizionamento mentale, le suggestioni a opera della sofisticata tecnologia, le intercettazioni assai diffuse, i furti di informazioni che avvengono tramite internet a opera degli hacker . Le informazioni proliferano e ci invadono insieme alle pubblicità attraverso i mezzi elettronici di comunicazione, ecc
Mi domando: conta più, ossia è più credibile una persona che ti racconta di Sé che sperimenta una vita quotidiana fatta di difficoltà e forti sentimenti, oppure immagini ottenute dai vari selfie?
Se mettiamo dietro di noi l’immagine del Duomo di Milano o il panorama di un’isola dei mar dei Caraibi, e fotografiamo con lo smartphone , il reale diventa quello che appare.
Il reale insomma si è trasformato solo in stimolo, modello. La tecnologia ha creato il virtuale nel si crede di più perché ha assorbito il reale.
Il virtuale viene creato da un intervento che può condurre a fortune e disfatte economiche.
In poche parole, è possibile dare apparente concretezza a aspetti del reale che un tempo erano in contrasto e offrire credibilità all’utopia, all’immaginario, al sogno.
Le tecnologie digitali portano dentro a un cinema e si vede quello schermo che si trasforma in un luogo dove ci si fonde in modo interattivo come in alcuni geniali giochi di guerre, di voli pindarici dove si viaggia in terre misteriose e sconosciute.
Il reale empirico che conosciamo (e che i giovani forse non conosceranno), presuppone un ordine fatto di una coerenza che è data dal sapere scientifico. Il virtuale permette di integrare tutto il reale rendendolo indifferenziato possibile e confuso. Vorrebbe un’abolizione della sofferenza e inneggia alla felicità assoluta senza alcun sforzo dato dalla conquista di ciò che si desidera. Il virtuale può favorire la passività se non se non è usato in modo strumentale al solo fine di accelerare e avvicinare la conoscenza del contesto reale. I parametri del reale, memoria, tempo e spazio, velocità, caducità delle cose, dovrebbero permanere e non essere cancellati.
Come però potremmo immaginare la storia (da dove veniamo ) e il futuro, considerando che il virtuale cancellerebbe tali punti di riferimento classici del reale?
Un aspetto positivo del virtuale, mi sembra, sia dato dalla interattività che permette un pensiero più libero, disinibito e partecipativo, quindi più democratico.
A mio parere l’uomo non deve perdere la sua ombra ! Cerchiamo di tollerare l’imperfezione umana che può equivalere all’essere sani!
Cosa ne pensate?
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...
L’ombra è quella che, forse, si cerca di individuare e fermare attraverso i selfie e che in parte si teme?
Come ho già avuto occasione di sottolineare mi servo di un cellulare basico, per varie ragioni empiriche, ma ho amicizie, che nei momenti di pausa, tra impegni “pregnanti”, ne fanno uso, mi stupisco ad ossevarli mentre contemplano uno schermo “distante” e molto più limitato, pur nelle sue molte risorse, a mio parere, rispetto a tutto quanto è intorno.
Quanto accade sia irripetibile e singolare, ci saranno momenti simili o peggiori, migliori, ma sono preziosi come la nostra presenza ed attenzione in quel momento: mi domando se, tornando ai selfie o allo sguardo concentrato sul cellulare, si tema di riconoscersi, così l’immagine sembra, nelle sue molte forme, nasconderci?
Raffaella