Tanto traffico, troppa distrazione

Tanto traffico, troppa distrazione

Da quando ero bambino, ho visto crescere il traffico dei vari veicoli, anno dopo anno.

Oggi le auto e i mezzi in circolazione sono infiniti!

Le auto, i furgoni, i camion, le corriere, i mezzi auto-articolati, le moto, innondano e coprono le autostrade del nostro Paese.

Posso notare che, per quanto riguarda il mio sistema di guida dell’auto, un notevole cambiamento, nel senso che è impossibile distrarmi al volante, non posso distrarmi, nemmeno un decimo di secondo, se voglio evitare di coinvolgermi in un incidente o di dovere frenare in extremis con enorme spavento.

Pensare solo di dare un’occhiata mentre si guida allo smartphone, lo considero folle. Per fortuna nelle auto di nuova generazione esistono nei cruscotti i telefoni con ripetitori ad alta voce che consentono di parlare senza troppo distrarsi dalla visuale di guida: esistono poi le cuffie apposite.

Non ci si può distrarre nemmeno utilizzando questo espediente. Nelle autostrade e strade statali si moltiplicano gli autovelox. Si parla oggi di auto pattuglie che ti seguono per individuare elettronicamente la velocità dinamicamente e non con strumenti elettronici inseriti in postazioni caselle fisse.

Questi nuovi autovelox, fissati nelle auto della polizia in borghese che ci segueno, sono in grado di fotografare la velocità della tua auto e anche delle auto che vengono in senso opposto nell’altra corsia, sempre in modo surrettizio. In realtà, tale ultimo sistema di individuare l’eccesso di velocità, non sarebbe corretto perché il progetto controllo velocità prevederebbe un fine ultimo che consisterebbe nell’educare e non nel perseguitare, multando alla insaputa del guidatore. In molti automobilisti la tendenza paranoica potrebbe aumentare. Il nemico, infatti, rischia di diventare lo stesso strumento installato nelle auto mascherate. Tali auto civetta si trasformano in persecutori da evitare e sfuggire, quando invece lo scopo sarebbe stato progettato di far assorbire all’automobilista un’impostazione di guida regolare, aggiustando la velocità del proprio mezzo in modo spontaneo e previdente.

Guidare, a me è sempre molto piaciuto, ma oggi è diventato un vero e continuo stress! Non per questo vi rinuncio !

Se in autostrada, infatti, vi sono sempre ingorghi di veicoli, salvo che di notte fonda, quando però, c’è il rischio di imbattersi in qualche guidatore ubriaco o che si avventura, approfittando della strada più libera, in corse rally, senza ritegno.

Nelle città ci sono altri inconvenienti:

Le aree giustamente circoscritte da telecamere elettroniche che delimitano, sia le entrate in certe zone riservate ai residenti, sia quelle corsie riservate solo ai passaggi dei mezzi pubblici, limitano l’uso delle auto private che si intralciano tra loro con i mezzi pubblici che dovrebbero, oltre al trasporto delle persone anche dissuadere a usare le auto privare.

Personalmente, mai mi servo dell’auto, se non fuori città.

Uso in città, le scarpe, la bicicletta e lo scooter. Devo però confessare che le biciclette, approfittando di una notevole permissività, concessa da parte dei Municipi per facilitare l’uso del velocipede con il sano scopo di limitare l’inquinamento delle polveri sottili, circolano ovunque in modo scriteriato.

Transitano spesso se non quasi sempre nei sensi unici, sbucano all’improvviso dai marciapiedi, dai portici e così ti trovi una bicicletta spiritosa che a forte velocità, ti sta per venire addosso all’interno di una strada stretta come molte ci sono nella struttura cittadina del centro di Bologna, città mediovale. I ciclisti hanno sempre ragione!

Che dire ancora del comportamento dei pedoni nei centri storici? La domanda è la seguente: perché i pedoni camminano in mezzo alla strada e non dentro i portici e marciapiedi? Si vedono alcuni pedoni scocciati, quando sono costretti a spostarsi dalla strada, cioé quando bici, scooter o auto vorrebbero transitare!

Perché tale anarchia? Si tratta di una contestazione generale, di che ?

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

Un commento

  1. Raffaella Buttazzi

    Ho avuto occasione di ascoltare più volte commenti di conducenti di mezzi pubblici arrabbiatissimi per questa “maleducazione stradale” soprattutto a fine turno e mi sono stupita di come la guida sia a volte molto sensibile rispetto alle ansie ed ai vissuti emotivi anche per chi magari ha esperienza e solitamente pazienza.

    Non saprei se sia una forma di contestazione passare indebitamente fuori da portici e camminamenti, ma proprio qualche sera fa parlavo, casualmente, con un ragazzo che lamentava le pavimentazioni antiche e scomode purtroppo di alcune vie preziose di Bologna: forse è un pò come sentirsi “svalutati” dal passato pure importante e quindi una affermazione di sè in un mondo dove ci si sente ignorati?

    Raffaella

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