Rafforzamento dell’identità e terrore di metamorfosi

Rafforzamento dell’identità e terrore di metamorfosi

Il baco emette attraverso due ghiandole un insieme di proteine bavose sottilissime che a contatto con l’aria si solidificano e si trasformano in seta.

Il bozzolo è formato da circa trenta strati concentrici costituiti da un unico filo continuo. si trasformerà in crisalide e poi questa in farfalla.

I bachi da seta mangiano foglie di gelso giorno e notte, senza interruzione, e perciò crescono velocemente. Il baco sperimenta cinque età e in seguito all’ultima, il corpo del baco diventa giallastro, ed è pronto per avvolgersi nel suo bozzolo di seta. Poi il baco inizia a cercare un luogo adatto alla filatura della seta verso l’alto. Il miracolo della natura permette che il baco /bruco compia una metamorfosi al termine della quale il bruco si trasforma in falena, ma anche in farfalla.

La falena del baco da seta è incapace sia di volare sia cibarsi, ma la farfalla può’ compiere, sia il volo, sia nutrirsi. La lunghezza della vita di una farfalla dipende dalla sua specie. Alcune farfalle muoiono dopo poche settimane, altre possono raggiungere e oltrepassare l’anno di tempo.

Sto cercando di usare questo concetto di metamorfosi, dal baco, bruco, alla farfalla la cui struttura è completamente diversa dalle sue origini biologiche per rivelare a alcuni lettrici e lettori una insita paura arcaica, non cosciente, di alcune persone che dall’età adolescenziale raggiungono con successo, più o meno soddisfacente, la giovane età dei circa quaranta anni.

Ogni persona giovane e meno giovane desidera con il trascorrere della propria vita rinforzando continuamente la propria identità, il proprio senso di Sé

La cura della psicoterapia psicoanalitica in particolare mira alla conquista dell’autonomia, cioè al senso di libertà interiore, mira a far sentire a chi sceglie questo metodo di evoluzione, di avere padronanza sulla propria vita, sul proprio corpo come protagonista, capace di dirigere le proprie azioni dove desidera.

Questa libertà, diciamo, che potrebbe aver un certo costo. Consiste nell’interiorizzare la propria famiglia interna e sapersi distaccare in senso fisico da questa. Si tratta di affrontare un lutto, non dei genitori, ma del sentire che si é unici e individualizzati come persone viventi, sapendo sopportare il peso dell’essere diventati protagonisti inconsapevoli della propria vita.

Le illusioni dovrebbero essere ridimensionate per non andar incontro a disillusioni.

Bisogna impaperare a sognar in un altro modo, a giocare in modo sia appassionate, sia concreto.

Questo lutto separativo dall’illusione può trovare molti giovani adulti impreparati, forse perché le esperienze precedenti hanno giocato un ruolo troppo protettivo, fuorviante oppure semplicemente perché il mondo cambia troppo in fretta e il tempo di elaborazione psichica del reale è troppo lungo o lento.

Questi giovani adulti sentono come se avessero subito un’allucinante metamorfosi.

Si sentono trasformati, magari anche migliorati, rispetto a un tempo passato, non parliamo nemmeno della fanciullezza e adolescenza, ma alcune parti di questi giovani sono ancora affezionati al passato e non vorrebbero sapere di una crescita, di un cambiamento che potrebbe portare alla metamorfosi e non all’aumento automatico del proprio potere sulle cose e del riconoscimento narcisistico delle proprie virtù .

La metamorfosi ti fa sentire estraneo a te stesso, ti fa entrare in un altro mondo, un mondo che non conoscevi, che ti destabilizza continuamente, e tu ti devi ri-stabilizzare, senza conoscere tutti i parametri per farlo.

Inoltre metaforicamente la farfalla è leggera in più non vive troppo a lungo e questo non piace tanto.

Rischi di non avere il tempo per comprendere quel che vuoi sapere di te stesso. Meglio rafforzare la propria identità come meglio puoi, piuttosto che subire una passiva metamorfosi.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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