Capita che molte persone siano accusate anche da amici di aver commesso qualcosa di inadeguato, per esempio avendo rilevato una notizia segreta e quando la confidenza riguardava situazioni intime.
Tiziana Cantone, bella ragazza di trent’anni anni, si è suicidata impiccandosi con un foulard, nella cantina di casa a causa a Napoli a causa del fatto che un deficiente, sprovveduto e sadico aveva inserito nella rete un video pieno di scene hard che rappresentavano lei stessa: tali scene porno erano state consumate in privato con il balordo stesso.
Si pensa che Tiziana si sia uccisa per vergogna e colpa di fronte ai genitori e verso chi la aveva impunemente riconosciuta in quello stato d’intimità.
Per quanto in accordo con queste supposizioni, penso che, a parte un certo imbarazzo e colpa, dovuta all’essersi, all’improvviso e inaspettatamente, trovata nei panni di protagonista dell’imbarazzante accaduto, sia stata la tremenda solitudine che la ha psicologicamente uccisa. Vedere se stessa tradita, svalorizzata, ridere di se stessa, derubata nell’anima la ha convinta a rinunciare alla sua vita e a nascondersi nella morte come grotta buia. Uno stato d’isolamento e di deprezzamento insostenibile era evidentemente la annientava, anche se ai tempi nostri, non sarebbe tanto scandaloso, quanto poteva essere visto dai giovinastri nei panni di curiosità di stampo bullistico. Ne vediamo di tutti i colori in internet….
Ciò che importa è la solitudine che deriva dalla ingiustizia da una punizione non meritata.
Tiziana è sta leggere ma non abbastanza da dover morire!
E’ morta perché si è giudicata da sola, perché non aveva più fiducia in nulla: per prima è stata uccisa la sua speranza nel futuro, il senso della vita, il sadismo non umano, l’assoluta mancanza di mettersi nei panni degli altri e la sensibilità mancante dei ragazzi bulli a cominciare dal suo amante del momento.
Piccole vicende inoltre possono far sentire altri giovani molto soli, specie se riguardano e colpiscono persone tanto giovani quanto fragili.
Non oso pensare a coloro che sono stati, ingiustamente condannati di omicidio, anche se i giudici, naturalmente, condannano perché sono più che convinti e hanno amministrato la giustizia con il massimo della serietà e buona fede.
L’autentica innocenza e colpevolezza, interpretata al contrario, può stroncare una vita, anche solo per sentirsi rovinati nella reputazione idealizzata dalla stessa persona perfezionista e ossessiva.
Il sentimento di solitudine è immenso.
La fiducia nella giustizia appare vacillante. Senti che il destino ti perseguita e non ti darà mai ragione!
Ci si sente abbandonati da tutti, disconosciuti, anche se nella realtà non è quasi mai vero.Qualcuno é sempre con te!
Ci aspetterebbe riconoscimento di innocenza, ma comprensione e perdono se si sono commessi piccoli sbagli, vorresti che avvenisse ciò che da bambini una mamma sapeva perdonarti, se vedeva che le tue mani erano impastate nella marmellata.
La giustizia non cerca la vendetta, né il tuo dolore, ma vorrebbe educarti anche se spesso non le riesce!
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
__________________________________________
E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...