Mi sono domandato molte volte perché le liti condominiali a detta di tantissima gente siano così frequenti.
C’è chi lamenta per gli odori che derivano da grigliate di cibo intrise di aglio e cipolla, chi protesta per rumori eccessivi, quadri che sono fissati al muro con martellate, modifiche di piccole strutture interne che richiedono trapano o martello: musica eccesiva o ad alto volume, i tacchi delle scarpe delle donne che rimbombano nei pavimenti a sera tarda.
I litigi tra coniugi a voce alta, bambini che strillano senza controllo.
I parcheggi non autorizzati di biciclette e motorini dentro l’atrio scale o altrove dove il condominio non ha deliberato alcuna concessione.
L’innaffiatura di piante e balconi, nel caso acqua o altro cada negli spazi sottostanti che sono di pertinenza di altri condomini.
Che dire degli animali domestici, quando possono per abitudine lasciare il loro dropping nei punti indesiderati dagli altri condomini?
Che dire delle liti che riguardano gli ascensori, chi desidera aggiungerli quando non ci sono, chi non vorrebbe spendere per tale investimento perché molto giovane e non pensa al futuro di se stesso anziano o di altri anziani. Tale impresa genererebbe per loro una spesa alta e superflua.
E coloro che stendono il bucato in evidenza o gocciolante?
Coloro che spengono i mozziconi di sigaretta, e li lasciano all’interno del condominio, oppure sono gettati dalla finestra? Chi si libera delle briciole di pane, sbattendo le tovaglie fuori dalla finestra ?
Succede anche che un singolo condomino, senza tener conto dell’interesse altrui, ignorando l’approvazione degli altri prenda iniziative strutturali invadendo spazzi condominiali.
Chi per esempio colora pareti esterne con colori diversi da quelli originali, oppure apre nuove porte nel proprio appartamento, o monta verande chiudendo il balcone per ottenere una nuova stanza?
Le liti sono lunghe, estenuanti, faticosamente gestibili. Le persone sensibili si sentono male per lungo tempo a causa di offese che colpiscono la dignità delle persone e ne esaltano inutilmente la debolezza nelle situazioni interpersonali in alcuni gruppi condominiali. Sarebbe utile uno psicoterapeuta di gruppi come lo psicodramma psicoanalitico che venisse riconosciuto di autorevolezza professionale per portare avanti certe riunioni assai animate. C’è chi vorrebbe investire nel rifare i corrimani dei gradini, i tetti, le scale, la moquette e chi non vorrebbe spendere un soldo! Un bravo amministratore di condominio non basta in certi casi!
Le persone di per sè civilmente educate, non funzionano secondo i principi ideali che vorrebbero mantenere, oppure persone che cercano rogne e che non possono essere ridimensionate in tali riunioni. Molte persone non riescono a partecipare, alcuni delegano altri, altri disertano le stesse convocazioni condominiali.
E le ripartizioni delle spese, non sempre trovano concordia nei condomini.
Il condominio come sede di riunione è dunque uno spazio che nel tempo, si trasforma virtualmente in un palcoscenico teatrale dove quasi ciascun condomino immette il peggio di se stesso.
Compaiono in tale teatro reali interessi che non coincidono con gli altri coinquilini proprietari e inevitabilmente possono condurre ad una certa conflittualità di per se stessa.
Il punto psicologico però è costruito da altro. Ciascun individuo ha in Sé interlocutori interiori che debbono difendere l’onore e l’identità del protagonista Ego. Anzi approfittano della situazione per esprimersi.
C’è per alcuni bisogno di dominio, di possesso, egoismo, di controllo onnipotente, di primeggiare sugli altri, di disprezzo dell’umanità, di proteggere i confini del proprio Sé.
Sorgono sentimenti di invidia che ricordo, non riguarda aspetti materiali che si vorrebbero derubare agli altri, ma sentimenti distruttivi dovuti all’impotenza che alcuni provano spesso e in particolare in alcuni momenti. Scorrono nel gruppo condominiale sentimenti di gelosia dovuta alla costatazione di sotto-aggregazioni nate per la simpatia scaturita magari dalla bellezza di una condomina, ecc. Nasce per la raffinatezza e intelligenza di alcuni condomini. Per il fascino di altri.
Insomma la personalità dei condomini in contesto di proprietà condominiale, invece di collaborare slatentizza i propri bisogni infantili, mai curati e irrefrenabili, diventando in alcuni casi un mostro di d’angoscia e di delirio galoppante.
Qualcuno penserà al delitto di Erba! Meglio nelle riunioni un po’ di saggezza e costruttività.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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