La psicopatia di per sé non sarebbe una vera malattia mentale come la psicosi che invece si rivela tale, ma si considera la psicopatia un severo disturbo di personalità .
Il termine psicopatia nasce in psichiatria negli anni 30 tra persone criminali, ma gli psicopatici non erano veri criminali, soltanto erano affascinati da li atti illegali e illeciti e giravano attorno a questi.
Mentre lo psicotico può manifestare una personalità disgregata, può scompensarsi, può delirare, allucinare, vedendo ciò che non esiste, deformando completamente la realtà interna ed esterna,
la psicopatia si rivela essenzialmente un serio e per questo psicopatologico disturbo del carattere. Tale disturbo si evidenzia nello psicopatico con un forte egocentrismo, un comportamento ribelle continuo e antisociale, un’indifferenza emotiva verso gli altri, tanto da soffocare le proprie emozioni come se si vergognasse di farle trasparire. Assume comportamenti ingannevoli e devianti che lo portano a esser considerato un antisociale. Finge di sentirsi in colpa, di provare rimorso, ma il più delle volte queste emozioni non sono sentite.
Si contano meno donne affette da psicopatia rispetto agli uomini, ma un buon numero riguarda anche loro, sebbene all’apparenza appaiono come disturbi dissociativi e epilettici che causano comportamenti caratteropatici, disturbi psico- fisiologici convertiti nel corpo e disturbi da personalità istrionica.
Alcuni psicopatici sono solo antisociali nel senso che non sono aggressivi. L’aggressività e la protesta rimane dentro se stessi. Questi si limitano a vivere per la strada e chiedere l’elemosina, ma rifiutano di essere assistiti.
La loro protesta è basata sull’orgoglio di vedersi di non dipendere da nessuno, anche se chiedono l’elemosina. Si accontentano di non lavarsi di vivere nel territorio bevendo vino e birra.
Spesso lo psicopatico può essere molto aggressivo e violento e così certe azioni fanno di lui un autentico e pericoloso criminale.
Qualche volta simulano emozioni che in realtà fingono di sperimentare e così queste persone appaiono sane . seppur un po’ agitate, ma invece in realtà hanno l’abilità di ingannare per manipolare gli altri e ottenere ciò di cui hanno bisogno.
L’identità di uno psicopatico è variabile e mista perché è quasi sempre sostenuta da personalità bordeline e da disturbi depressivi seriamente bipolari che implicano alti e bassi del tono dell’umore.
Per fare esempi sulla psicopatia, si potrebbero considerare gli ultimi eventi di Luglio 2017 durante i quali alcuni incidenti stradali mortali sono causati non solo a distrazione del conducente, ma dalla sua rabbia vendicativa. La disattenzione spesso sembra inconsciamente voluta al fine di appagare la propria vendetta per un pseudo litigio precedente, mal tollerato.
E’ di pochi giorni fa la notizia che riguarda una collega che nel centro di Bologna si è trovata davanti un ciclista sotto ad un portico che procedeva quasi contro di lei. La cronaca scrive che mentre la donna si è fermata e avrebbe tentato di redarguirlo invitandolo a stare nella strada, ne avrebbe ricevuto un bel pugno in faccia che le ha richiesto il ricovero!
Molti psicopatici oggigiorno sono contemporaneamente alcolisti, oppure tossicodipendenti.
In tal modo uniscono il disturbi del carattere con l’impulsività dovuta all’allentamento dei freni inibitori dovuti agli stupefacenti
Come ho già accennato gli specialisti, specie di formazione psicoanalitica preferiscono descrivere la psicopatia come un’organizzazione della personalità a espressione psicopatica.
Sembra che tale tipo di organizzazione mentale sia più evidente nella prima parte della vita di un uomo o di una donna sino a circa quarantacinque anni. In seguito il temperamento ribelle, antisociale, pare si riduca notevolmente e la visione del mondo tende a istigare meno rabbia perché le frustrazioni pare siano tollerate meglio.
L’ipotesi che mi viene a tal proposito, riguarda la nostra società che si è evoluta, rispetto a un tempo (anni trenta), in modo molto permissivo, in linea di massima, cioè la cultura è più permissiva di una un tempo e si è sviluppata con grande rispetto delle differenze nei costumi, nelle religioni, nel modo di vestirsi e nel rispetto delle differenze sessuali.
In tal modo lo psicopatico ha meno motivo di ribellarsi a qualcosa che ovviamente parte in lui dal suo mondo interno e che si riversa all’esterno sotto forma di trasgressione e trascorsi i primi quarantacinque anni egli sente spegnersi in sé il bisogno di protesta e di rivolta anarchica.
Gli psicopatici non sono pericolosi come serial killer, ma mantengono un comportamento tanto ansioso, ansimante e trasgressivo da spaventare i passanti che circolano nelle strade di una città.
A volte sembrano zombi, perché camminano ubriachi barcollando: la sbornia produce un effetto molesto.
I serial killer, quando esistono, non sono veri psicopatici invece, sono appunto persone dissociate con disturbi d’identità, qualche volta con doppia personalità, raramente anche dominati da personalità multipla.
La dissociazione indica che nella personalità ci sono due o più stanze mentali, separate l’una dall’altra. Le personalità che abitano tali stanze mentali sono segregate tra loro e spesso il soggetto che le contiene tutte, non le conosce ed è preda del sopravvento che queste personalità sottostanti prendono, una alla volta, sul suo Ego.
Chi soffre di organizzazione di personalità che si esprime in maniera psicopatica, antisociale o dissociale è abbastanza fobico nelle relazioni sociali, schivo nel mantenere i rapporti con gli altri.
Non tollerano le frustrazione e innescano comportamenti caratteriali di tipo isterici.
Le punizioni carcerarie sono spesso inutili: gli psicopatici troveranno nello scontare una pena sempre capri espiatori e incolperanno sempre qualcun altro. Andrebbero curati, anche se non è facile considerando il carattere.
Le emozioni che non si vedono nelle espressioni del volto si trasformano in passaggio all’atto, acting-out, cioè in fuga in avanti, agiti violentemente impulsivi e distruttivi.
Tali passaggi all’atto possono essere auto-lesive, auto-mutilazioni, anche suicidi!
Lo stato dell’umore varia rapidamente, specie in personalità anche bordeline
Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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