Mi sembra che molta gente confonda i gusti personali nei confronti di persone che si differenziano nei i vari costumi, usanze, fazioni, per titolo di studio, d’ideologia, d’aspetto fisico più o meno gradevole, di classe sociale, intrecciandolo con il razzismo.
Questa stessa gente è dominata da forti preconcetti e tende a trovare un capro espiatorio con molta facilità!
Il meccanismo psicologico della scissione è forse tra i primi meccanismi di difesa a esser usato dalle menti elementari dei bambini.
C’è per il bambino una tendenza a separare in mondi contrapposti con grande facilità e ciò serve a una semplificazione della realtà, tanto utile all’apprendimento, quanto immediata. Esiste quindi il buono e cattivo, il brutto e il bello, il dolce e l’amaro, ecc .
Diversi studi sulla biologia e genetica che si sono alternati dopo la seconda guerra mondiale hanno confermato che tutte le caratteristiche della specie homo sapiens e si dichiara ufficialmente che tali caratteristiche siano parte di un unicum aggregato, seppur differenziato, ma sempre omogeneo.
L’adattamento umano ad ambienti, climatici territoriali differenti nel nostro pianeta, ha modificato ai primordi, le caratteristiche biologiche dell’essere umano come degli animali, (genetica mutativa delle popolazioni), ma si conferma che l’unità genetica rimane la stessa di sempre con differenze irrisorie.
Le razze, caucasica, nera, orientale ecc, non differiscono da un punto di vista genetico, mentre all’interno della stessa razza possono esserci varianti maggiori rispetto alle razze diverse.
Il razzismo dunque inteso come se esistessero razze inferiori rispetto a altre, non esiste.
Si tratta di sovrastrutture e non di sostanze da un punto di vista scientifico biologicamente significanti.
Le differenze estetiche, culturali, delle quali ho accennato sopra, diventano occasioni di codificazioni che conferiscono verità a ciò che è falso.
La codificazione di una razza porta inevitabilmente a costruire differenze che sanciscono falsamente da un lato una superiorità e dall’altro un’inferiorità.
Eppure, anche nel recente passato é stato più volte, anche da eminenti biologi, antropologi, persino psichiatri .
Tutta la storia umana sin dai suoi primordi, mostra che il razzismo è stato spesso associato a segregazioni, oppressioni, persecuzioni,
Queste mantenevano come presupposto il principio secondo il quale la razza umana fosse collocabile lungo una gerarchia differenziata per qualità della specie, nobiltà, valore, salute, (razzismo, supportato dalla scienza).
Nonostante gli ideali e la rivoluzione francese proponessero l’uguaglianza tra i popoli sino o al millenovecento le razze erano considerate dalla gente come diseguali,
Il razzismo dopo il novecento assume ancora maggiormente una connotazione politica, e rende impotente la scienza individuando nel tipo di razza il proprio capro espiatorio attraverso il quale diventava lecito violentare e sopraffare alcune etnie.
Pensiamo alla schiavitù degli africani in tutta l’America del Nord, alla guerra civile nord-americana del mille ottocento sessantuno al sessantacinque, al Ku Klux Klan, al nazional-socialismo di Hitler in Europa, a quello russo di Stalin, ecc.
Penso che tutto ciò che sia molto scomodo socialmente, a causa di una certa prepotenza politica che risuona anticamente infantile serva a sostenere la politica del potere.
Il razzismo che è una sovrastruttura soltanto sociale serve a rinforzare le tendenze dittatoriali.
Alcuni esseri umani per sentirsi motivati e dare senso alla loro vita cercano anche inconsciamente a convogliare i propri fantasmi persecutori in un o più oggetti persecutori che spesso si mischiano tra loro, costituendo un mostro terribile e minaccioso.
Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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