Molte persone, soprattutto donne, trovano più facile sviluppare empatia nei confronti degli animali domestici rispetto alle persone. Come mai?
Anche il Papa, non a caso auto-nominatesi Francesco, ha rilevato come alcune persone che ci vivono accanto, o anche incontrate nei vari contesti sociali, le stesse persone poco attente agli altri però, possono mostrare un enorme interesse e carica emotiva vera gli animali ma un atteggiamento ricco di ottimi sentimenti, per non dire di profondo attaccamento agli animali domestici più che all’amore verso le persone versore quali sarebbe in atto una sorta di disumanizzazione.
Direi tante incoerenze disillusioni contribuiscano a fidarsi più degli animali che dell’uomo.
Il rapporto con gli animali in verità non evoca spesso vero amore, ma per molti invece evoca un forte bisogno di affetto generando dipendenza coe se l’animaletto fosse un oggetto.
Spesso nell’interazione uomo-animale i giovani, ma in particolare i meno giovani, enfatizzano l’ingenuità, la purezza dei cani e gatti, e stimolano sentimenti di dolcezza e di tenerezza da questi cercati nell’essere umano con grande delusione.
Gli animali domestici sono ovviamente stati adottati, e nell’immaginario, spesso ricordano figli che non si sono potuto avere, o che le coppie hanno scelto di non avere, e rifiutato di procreare.
Il papa non é contento di ciò
Cani e gatti, coniglietti, scimmiette, tartarughe uccellini, pesciolini rossi spesso sono baby-morfizzati, nel senso che i proprietari si considerano veri e propri genitori, ansiosi e possessivi e trattano i puppy come i figli ideali, obbedienti, mai deludenti, quando lo sono, secondo i propri bisogni inconsci o consci, sia fedeli, sia sincerino rappresentano delle certezze.
In altre parole, le proprie antiche, storiche mancanze o frustrazioni sono compensate al livello massimo di fronte alla tenerezza e ingenua purezza di piccoli cani e gatti parzialemente impotenti.
I gatti si difendono meglio dei cani dalla manipolazione e dallstrumentalizzazione inconscia dei padroni!
In tal modo, tuttavia la gente non rispetta del tutto gli animali che vivono seconda una personale trama biologica, sono interagenti positivamente con l’uomo, ma richiederebbero, se potessero, di essere rispettati per quel che sono, secondo la loro natura.
Non citiamo coloro che durante le vacanze abbandonano vai e gatti inn mezzo ad un campo!
Alcuni animali subiscono una sorta di violenza anche quando sembra profondamente amati.
Loro non possono ribellarsi agli stretti abbracci alle proposte di esecuzioni di giochi derivanti dal gusto del padrone.
Dedicarsi alla relazione e contatto con le persone è in genere più faticoso, amare gli esseri umani implica l’identificazione con la sofferenza dell’altro, ed è costosa perché, oltre al comprendere dinamiche di sofferenza psichica, si richiede di saper ascoltare con grande attenzione e sensibilità.
Può coinvolgere troppo da vicino e perciò per molta gente è difficile rischiare il rapporto umano, la propria ambivalenza con gli altri mentrecon gli animali raramente esiste conflitto.
Piangere per un cane che soffre o per un gatto che muore è assai doloroso, ma può avere i suoi risvolti catartici e liberatori per il padrone.
Cani e gatti alleviano la solitudine, specie negli anziani, e sono compagni di vita insostituibile
Gli animali domestici sono più docili, più remissivi, più obbedienti e a livello comportamentale, addestrabili. Questo fa sentire potenti, quasi onnipotenti, se si ottiene tutto quello che si vuole da loro.
L’animale fa sentire buoni e giustificati, mai colpevoli, mentre avere a che fare con gli esseri umani, anche solo aiutarli, è più difficile e complesso.
L’animale fa sentire più liberi di esprimere le proprie emozioni senza vergognarsi, senza temere di essere puniti, giudicati, condannati.
Con gli animali si diventa complici perché essi ci possono far sentire compresi: ci possono salvare, proteggere, portare fortuna, farci venire il buon umore, impedirci di farci sentire soli, abbassare le tensioni, ridurre gli stress o mortificazioni: e che dire della Pet Therapy?
Anche l’impegno umanitario, altruistico, verso le persone e i nostri simili, è più difficile e complesso rispetto all’impegno e all’amore verso gli animali che appagano, senza chiedere nulla in cambio, i nostri bisogni urgenti di affetto.
Ci sono persone che, al contrario, non amano gli animali, tanto da non volerli neanche toccare o avvicinare: perché una tale ripugnanza?
Bisogna dire che esistono anche persone che osteggiano quasi tutti gli animali e assumono addirittura un comportamento fobico e si difendono, come se fossero allergici, ma non lo sono.
C’è in loro forse un bisogno selettivo e preconcetto che fa pensare al senso di sporco, alla sessualità animalesca, quella che risveglia qualcosa che può sfociare in malattia da germi, all’arcaico e comunque tutto ciò che implica il contatto con la corporeità.
Tutto ciò non significa chiaramente che siano più disponibili all’aiuto e all’intesa verso gli altri esseri umani.
Penso che se gli animali ci piacciono, dovremmo adottarli come membro delle nostre famiglia e
trattarli con grande comprensione e rispetto.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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