Doggy bag

Doggy bag

Da un po’ di tempo si è diffusa l’idea anche in Italia dell’opportunità di non sprecar il cibo che viene prodotto e nei ristoranti, nelle mense pubbliche in particolare e anche nelle case domestiche, considerando che nelle nostre città vivono persone che non riescono a mangiare regolarmente tutto ciò di cui necessiterebbero, se non addirittura fa pensare al peggio.

Nel mondo la fame presso molte popolazioni è gigantesca.

Molti miliardi di euro all’anno vanno sprecati perché il cibo che non si mangia , cioè è un sovrappiù viene buttato, senza riserve.

Non solo gli Stati Uniti sono noti come Paese per il fatto che al ristorante, quasi automaticamente è in uso il doggy bag.

Significa che il cliente senza ormai più chiederlo al cameriere, ottiene accanto al conto una scatola di cartone che alla fine del pasto, gli viene consegnata e che contiene il cibo rimasto al suo tavolo.

Molte famiglie americane possiedono un cane, un gatto, un coniglietto, una tartaruga, un uccellino o qualche altro animale esotico. Il cibo rimasto fa comodo anche per loro.

L’estensione di tale abitudine si è diffusa a tal punto che ogni americano non prova la minima vergogna nel richiedere, se necessario il proprio cibo non mangiato e portarlo via cioè a casa ciò che è rimasto.

Se il cliente non riesce o desidera finire il piatto quel che resta sarà inscatolato e messo a sua disposizione.

Alcune persone mangeranno più tardi quel che non hanno mangiato prima.

In Italia invece,  richiedere ciò che è rimasto durante il pasto appare ancora  come una mancanza di stile, un indice di povertà umiliante e  portare a casa il cibo che non si é finito di mangiare appare come un segno di indigenza e cattivo gusto.

Suona come un atto e richiesta umiliante preservare avanzi che non si considerano se non per animali.

I Coldiretti hanno calcolato che il venticinque per cento della genta si vergogna nel fare tali richieste al risorante, mentre circa il trenta per cento circa mangia fino in fondo quel che rimane per togliersi il problema quando il Cameriere chiede se il cibo è piaciuto, oppure il cliente desidera portarlo a casa.

Una volta si sente ancora raccontare da alcuni anziani vissuti durante le guerre mondiali e dopo di queste, che si usava mangiare ogni cibo e risparmiarlo perché una bomba avrebbe potuto ridurre alla fame . Il punto che in alcuni Paesi è ancora così.

Tra i Vip va di moda risparmiare come segno d’intelligenza illuminata e altruistica come esempio fece Michelle Obama in visita ufficiale a Roma quando  uscì dal Ristorante ‘I maccheroni’ con gli avanzi di matriciana, carbonara e lasagna in un poto-vivanda.

La gente in generale tende oggi a risparmiare il cibo, a controllare le date di scadenze e la qualità di ciò che mangia, se il cibo è prodotto in Italia e con quali ingredienti, conosce meglio la quantità di calorie e le sostanze dannose.

Mi sembra un passo avanti! Inoltre portare a casa il cibo rimasto può anche significare che è stato gradito e il ristorante potrebbe esserne ben fiero!

Sarebbe interessante e propizio che anche le famiglie si organizzassero, qualche volta di donadere opportunamente il cibo che avanza e che sta per scadere o andare a male in modo da essere utilizzato ancora per chi non ha da mangiare, magari dai centri sociale di volontariato che esistono nelle grandi città. Un telefonata e l’organizzazione intervie e a prelevare inscatolando il cibo in sovrappiù !

Mi sera che cambiare costume sia un segno di consapevolezza, riduzione delle spreco che tanto avviene in Italia e un segno complessivo di civiltà.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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