Quando gli amici assaggiano il cibo nel tuo piatto

Quando gli amici assaggiano il cibo nel tuo piatto

Ci sono coppie di innamorati o di chi si sente di essere confidenziale con l’altro che mentre mangiano assieme specialmente in un ristorante, condividono le loro scelte del cibo continuamente.

Quel piatto che uno dei due ha scelto è sempre diverso da quello che ha scelto l’altro: a questo punto una volta serviti entrambi i partner, la coppia condivide circa la metà di ogni piatto giunto sul tavolo.

Questo comportamento può avvenire per appagare la curiosità di assaggiare il cibo che l’altro partner ha scelto, oppure anche per condividere affettivamente il cibo a metà, considerando l’atto di condivisione un gioco affettivo che esalta l’intimità e la reciprocità dei partner.

Alcuni giovani mangiano addirittura nello stesso piatto con le stesse posate, bevono con lo stesso bicchiere dividendo le bevande.

In altre situazioni accade che lo scambio sia limitato a un assaggio reciproco che appaga la curiosità del momento, ma nessuno tra i due chiede più di dividere ciò che si sta mangiando.

Ci sono gruppi di persone che fanno insieme una copiosa compagnia e che spesso goliardicamente si scambino il cibo per curiosità e divertimento.

Ci sono invece persone che odiano che qualcuno con cui stanno condividendo il pasto al ristorante prelievi per un assaggio una forchettata di pasta o d’altro.

Questa azione d’assaggio da parte dell’amico/a avviene  spesso continuamente  nel senso che avviene su tutto ciò che viene ordinato dalla vittima, e sembra debba essere vagliato controllato attentamente dall’altro.

L’amico sua volta ordina poco perché spesso non vorrebbe prendere peso o addirittura per ricevere o dividere alla fine del pasto un conto più leggero, oppure per una curiosità tanto morbosa, quanto maleducata.

Si potrebbe commentare che le ipotesi di tale comportamento potrebbero essere tante!

Il fatto è che spesso l’amica/o vittima, essendo educata e magari un po’ timida, non reagisce adeguatamente e finisce per cercare di sopportare i vari assalti culinari dell’intrusore.

Succede spesso anche in contesti diversi e cioè che ci sia qualcuno che fuma normalmente sigarette e non volendo fumare, direttamente anche perché si sentirebbe in colpa, e anche quì non essere gravato da alcuna spesa dal tabaccaio, fuma a scrocco.

Mi dai una sigaretta?-– chiede all’amica o amico che fuma regolarmente comperandosi le sigarette ?.

Il fatto è che lo scroccone, pur essendo stato accontentato, ci riprova una seconda volta.

Scusa se ti chiedo un’altra sigaretta? — insiste ancora. E tale gentile e timida richiesta potrebbe ripetersi più volte.

Spesso ci sono proteste da parte della gentile vittima che offre con il cuore ciò che viene richiesto per dovere di ospitalità, ma ad un tratto,  comprende di essere diventata vittima di uno scroccone.

Per quanto riguarda il cibo, poi la persona generosa si sente sottrarre qualcosa dal proprio piatto che stava già mangiando con gli occhi perché è affamata.

Si trova a veder alleggerito la sostanza di cui va ghiotta e anche altri cibi desiderati vengono meno al suo stomaco.

Si sa che il cibo rappresenta anche qualcosa di intimo che mentre si mangia insieme, si  vorrebbe condividere con colui che é presente, ciò che piace e in tal modo, si sente una connivenza anche virtuale  che suscita nell’altro empatia.

In realtà, anche in quei momenti di condivisione sul cibo, cibo che non sempre è lo stesso, alimenta una sensazione di rispetto, proprio basato sulle eventuali differenze di gusto.

Tali differenze sono importanti a costruire un minimo di relazione affettuosa. A me piace…. È equivalente a sentire: io sono, io mi presento, mi faccio conoscere a te senza ipocrisie !

Vale la pena teber presente che certe intrusioni nel cibo dell’altro può aver una propria importanza!

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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