Quando i cavalli curano gli esseri umani.
I cavalli sono mammiferi straordinari. Oltre ad essere belli, e ogni razza lo è, sono affettuosi e molto compatibili nell’interazione con l’uomo.
Alcune persone però ne hanno giustamente paura perché non li conoscono e possono spaventarli spaventandosi, attivando così un circolo vizioso.
Il cavallo è grande e possente, ed è sopratuttto ombroso, nel senso che riflette con grande sensibilità l’ansia di chi gli sta vicino.
L’animale avrebbe interesse a sentirsi protetto, paradossalmente dal proprietario o da chi si prende cura di lui e magari lo monta spesso, cavalcandolo con sapienza.
La padronanza e sicurezza del cavaliere rassicura il cavallo che si sente straordinariamente a proprio agio.
So che sono nelle tue mani e so che sai quel che fai – sarebbe la sensazione del cavallo quando è calmo e non si sente in pericolo.
E’ in genere un animale mansueto, dolce, timido e ha bisogno di obbedire a coloro che lo conoscono nell’indole. Teme di essere ingannato e violentato nei gesti troppo ispidi e inadeguatamente rigidi.
La convinzione può comandarlo, ma la forza o il cattivo carattere dell’uomo lo allontanano, lo imbizzarriscono, lo irritano.
Il cavallo è tutto fuori che una macchina, ed è sensibile alle comunicazioni sensoriali umane e di altri animali, male reagisce ai gesti meccanici.
Già ai tempi di Ippocrate, Esculapio ed Epicuro nel 400 circa avanti Cristo, avevano intuito che la galoppata a cavallo aveva il potere di distendere i nervi, ossia aveva un effetto calmante sul cavaliere nervoso. Si diceva, sino ai giorni nostri, che qualcuno nervoso andava a rilassarsi con una bella passeggiata a cavallo.
In ogni modo il cavallo può essere curativo, sia per l’insonnia sia educando a districarsi con i propri apparati articolari.
Perché?
I bambini, che sono meno spesso condizionati da una realtà artificiale, entrano più facilmente in contatto con la spontaneità e riescono a identificarsi con il comportamento sensibile del cavallo, che stanno per montare, sentendo aumentare la loro fiducia, spontanea, verso il cavallo fino a pensare che si possa giocare tranquillamente con loro.
Con un po’ di tempo il bambino, ma anche gli adulti, si sensibilizza al ritmo del passo, trotto, galoppo.
I movimenti dl cavallo diventano armonici, se la paura non prende d’assalto il cavaliere, la fiducia cresce e offre un senso di sicurezza.
Il cavallo con il suo movimento ritmico favorisce alcuni adattamenti posturali del corpo, in modo simile ad una lenta camminata che favorisce i neuromotori.
Anche alcune paralisi cerebrali possono essere riadattate.
Anche la sclerosi multipla, non quella laterale, potrebbe migliore e addirittura il morbo di Parkinson a esordio precoce ne ricaverebbe giovamento nel divertirsi spontaneamente per mantenere il ritmo.
Le emozioni sono molto importanti per migliorare enormemente la fiducia. Adulti e bambini sentono l’autenticità del comportamento del cavallo che però non desiste dal suo compito e non si lascia corrompere nel desistere, proponendolo come se si trattasse d’atteggiamenti e comportamenti normali che non si debbono interrompere.
Il ritmo, che ricorda il dondolio, fa rievocare l’atto del cullare materno e favorisce la fiducia e la naturalità delle azioni.
Ci si affeziona al cavallo e si sente di dominare un grande animale buono.
E si sente amore ripagato.
Il cavallo è una grande risorsa di divertimento, di rilassamento e di decisionalità nel compiere certi esercizi.
Personalmente spesso mi addormento pensando ad una enorme prateria nella quale scorazzo con un bel cavallo veloce.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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