L’ispirazione è una tensione psicologica positiva dello spirito che oltrepassa la mente e il corpo.
L’ispirazione serve più al bisogno immediato e meno al desiderio.
L’individuo si sente rapito da un sentimento, da un’idea, da un particolare sentire che convince il soggetto a realizzare qualcosa di concreto.
Il soggetto sente che ciò che è sorto in lui è troppo convincente e forte tanto da dover produrre qualcosa di visibile.
Ciò che mi ha invaso deve anche essere percepito dagli altri.
Ciò accade perché questo fascio di sensazioni multiple, di idee e intuizioni avviene in maniera percettibile agli altri.
L’artista, per esempio, sente in sé una forza interiore che è una realtà alla quale non può rinunciare.
Egli è colto da un’intuizione che si trasforma in qualcosa che non può lasciare cadere.
L’attore durante l’interpretazione del personaggio s’identifica con questo cedendo una parte di se stesso.
Si tratta di una parziale imitazione del personaggio con l’aggiunta di alcune caratteristiche personali, cioè gli interlocutori interiorizzati.
Tali interlocutori si sono accumulati integrandosi insieme grazie alle associazioni derivanti dalle conoscenze storiche.
In altre parole l’attore aggiunge voci interiori, cioè agglomerati di emozioni che caratterizzano i personaggi del suo mondo interno.
Anche nella sfera degli affetti e dell’amore, e non solo in ogni forma di arte, l’ispirazione genera più o meno forti orientamenti attrattivi.
Non bisogna però confondere i sentimenti di amore con quelli d’ispirazione.
L’amore vero, a mio parere, è quello che si dona all’altro e non si basa solo su ciò che si riceve dal partner.
Idealmente può suonare con questa descrizione: l’amore è convinzione del valore, della bellezza e, in genere, delle qualità dell’altro.
Offro con piacere quel che posso di me proprio a te, per colmarti di ciò che ho di meglio, per donare a te e cercare di farti felice e ricca di valori stabili.
Certo che per poter avvicinarsi vagamente a questi sentimenti occorre non solo una buona propensione all’affetto, ma anche una certa autonomia di personalità, perché altrimenti non si riesce a concepire la disponibilità e si rimane nell’ambito di una buona ispirazione che è di natura più egoistica.
In questa epoca l’educazione ai sentimenti si è certamente ridotta e ascoltarli è difficile, specialmente a giovane età.
Probabilmente siamo in mondo occidentale dove la visibilità del mito, del super-eroe, è più importante perché si tocca con le mani rapidamente, la compensazione è spesso immediata, la tolleranza dei caratteri è scarsa e l’apprezzamento dei valori è risente del narcisismo come appagamento subitaneo del Sé.
Le debolezze umane che sono aumentate negli anni, sono mal sopportate e le separazioni più frequenti.
L’ispirazione è spesso una tensione psicologica di un partner, spesso si confonde con il bisogno di idealizzarlo, di apparire valorizzati agli occhi dell’altro.
Naturalmente tutto ciò non vale che per una parte della società spesso sfiduciata e pessimista dove la politica per prima offre spesso una cattiva educazione, ed esempio di fedeltà e condivisione per il bene di tutti e non di categorie privilegiate.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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