Mi sembra più diffusa di quanto si immagini, la situazione di coppia nella quale si mantiene il proprio rapporto costantemente, e per sempre, basandosi sull’affetto tenero, reciprocamente protettivo e comunque su uno scambio di sentimenti che escludono sia qualunque passione, sia gli aspetti attrattivi, sia la stessa sessualità che, se funziona, funziona in modo molto tiepido e raro.
Si tratta di persone che si vogliono molto bene e che creano un rapporto ego-sintonico e fusionale che non permette la differenziazione.
Si conoscono da quando entrambi erano molto giovani, spesso si sono conosciuti durante il periodo scolastico, cioè quando frequentano la scuola secondaria e insieme avevano consumano i primi rapporti sessuali.
La frequentazione avviene oggi immersi in una vita affettiva vissuta in simbiosi.
Frequentano amicizie che vivono in coppia nello stesso identico modo, giovani con le quali s’identificano condividendo tutte le abitudini.
Si sostengono vicendevolmente creando una cerchia di amicizie che assomiglia a una comunità osservante le consuete abitudini, quelle che diventano con il tempo delle regole dottrinali.
Queste persone non potrebbero mai lasciarsi e, se intervistate sulla loro relazione, dichiarano che morirebbero senza l’interazione con il loro partner che è diventato carne della propria carne.
Si vogliono molto bene e specificano dicendo che “lui è per me come un fratello, una sorella, un padre o una madre!”
Con il tempo però questi conviventi, sposi o non, con prole o meno, cominciano sempre più spesso a litigare, divergendo su molti punti che riguardano idee, pensieri e stile di vita.
Le divergenze non sembrano minare minimamente il rapporto di base che anzi si rafforza al suo interno per timore di perdersi.
Perché?
L’angoscia che suscita i conflitti fa sentire ad entrambi un pericolo di smarrimento, quasi di morte, e quindi tale minaccia provoca una reazione di attaccamento simbiotico e riparativo, spesso consolatorio che risulta nei fatti vincente!
Tale situazione è disarmante perché entrambi cominciano a percepire l’impossibilità di provare sentimenti alternativi che includano forti emozioni, la passione e il sesso che viene ancora maggiormente tenuto lontano.
In altre parole, sembra che le parti infantili di entrambi colludano tra loro e che ci sia alla base una paura di diventare grandi, nel senso di psicologicamente adulti, e di affrontare certe situazioni per altro non pesanti ma che sono percepite come fastidiose difficoltà.
Le parti infantili che rimangono e convivono in ciascuno di noi, con il crescere degli anni, normalmente sono spinte ad emergere nonostante l’inconscio timore di fronteggiare la vita adulta.
La sessualità, normalmente con il crescere, funziona come un ariete che nelle guerre antiche sfondava i grandi portoni che, insieme alle mura, proteggevano le città medioevali per sferrare coraggiosamente gli attacchi bellici.
Si tratta di avvicinarsi alla sperimentazione della sessualità adulta quando il proprio il desiderio fa capolino in noi per la prima volta e viene ascoltato dal soggetto per essere in seguito messo in atto.
In seguito dopo la sperimentazione positiva della sessualità, la personalità degli adolescenti si forgia e si organizza psicologicamente facendo un passo avanti includendo il corpo sessuato anche come equivalente, oltre che del piacere come integrato con il desiderio di sicurezza e protezione e tenerezza.
In queste coppie un po’ timide invece, spesso risalendo all’iper-protezionismo dei genitori, può creare un’insicurezza verso l’autonomia e l’allontanamento dall’identità adulta.
Questi giovani cercano nella coppia il recupero di quell’affetto, per altro non sempre desiderato, realmente, ma che spesso è anche vissuto come soffocante, impegnativo improntato al dovere di non deludere i buoni genitori.
La mancanza della presentificazione della famiglia, fa quasi sentire loro in colpa perché si sono abituati e indirettamente sicuri, anche se oppressi, e così cercano nel partner quella madre o padre che sembra che si siano perduti.
La coppia si trasforma in una seconda famiglia con le caratteristiche della prima.
Con il trascorre del tempo i litigi si trasformano questa volta in incompatibilità sempre meno sopportabili.
Si sommano le intolleranze subite in passato con quelle attuali e si reclama libertà indipendenza e autonomia.
Può succedere che uno dei due partner si lascia affascinare da un incontro con un corteggiatore o corteggiatrice che propone uno stile di vita trasgressivo.
Il nuovo partner trasmette messaggi che rivelano disobbedienza, meno severità, sdrammatizzanti e valorizzanti la potenziale nuova coppia e così la seconda famiglia entra definitivamente in crisi e nella più totale confusione.
Il nuovo partner sembra offrire una nuova prospettiva di libertà di cancellazione dl passato con nuove prospettive che rivalutano il Sè.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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