Qualcuno sta bene a casa in questa epoca del virus! Come Martina di 43 anni (nome inventato) che confessa di stare a casa tranquillamente, e non si sente in penitenza: sa che gli altri stanno pure a casa ed è come se stessero con lei: sentono il peso come lei, cioè la pesantezza di non poter uscire.
Nelle situazioni normali lei sente di essere sola, mentre le sembra che gli altri si divertano, anche se sa che lavorano tosto e fanno in genere quel che fa lei stessa.
Lei scrive per un giornale e si impegna molto perché gli editori sono avari e la sua fattura è piccola cosìcché per mettere insieme uno stipendio dignitoso deve scrivere molti pezzi.
In questo periodo lavora da casa, come sempre, ma sente che tutti stanno in casa come lei, che scrive con il suo computer spedendo e ricevendo in tal modo.
Il virus ci accomuna e sembra ci renda tutti uguali, anche se non lo siamo.
Dietro alle fantasie di una donna single che lavora in casa, può esserci una piccola invidia per qualcuno o qualcuna della quale poi pensa Chissà cosa combina in più di me, quali contatti privilegiati può aver costruito.
In genere si domina alcune fantasie: Cosa c’è fuori di me? Non posso sedurre nessuno… nessuno seduce me, nessuno mi vede… io esisto a metà?
Potrebbe sembrare a Martina che fuori ci sia l’immagine di una coppia felice nella quale lei non può entrare.
Martina vive in una casa piccola a Bologna, spesso in disordine, perché non ha voglia di sistemarla. Se ne dispiace, perché a volte non ne ha la forza.
Ha un fidanzato che però non la convince del tutto, ma non sa se può aspirare a quel che desidera davvero, non sa se è vissuto solo nei suoi sogni, o potrà averlo sul serio.
Il fatto di sapere che tutti sono a casa rende felice Martina. Molta gente le telefona, amiche, colleghe, lei è a casa con e come tutti gli altri.
Mal comune, mezzo gaudio è un modo di dire molto comune, usato in moltissime situazioni quotidiane.
Il significato è evidente e si basa sul presupposto che le disgrazie e le avversità che ci colpiscono sembrano o diventino effettivamente più sopportabili se colpiscono anche altre persone.
Purtroppo le sofferenze dei pazienti gravi in ospedale con la polmonite interstiziale non sentono il mezzo gaudio, nonostante il mal comune dei con-vicini. Sono individualmente soli nella lotta per la sopravvivenza e per tornare a respirare autonomamente.
Ma perché il mal comune deve fare mezzo dolore, cioè non dolore completo o anche gaudio?
Altre persone sostengono il peso, quello che da soli li stroncherebbe. Se siamo una squadra, vinceremo la lotta, la battaglia, la guerra.
Significa invero che l’empatia, cioè la capacità umana di attrare l’altro e di comunicare profondamente con lui, se ricambiata, offre una forza inspiegabile.
In realtà la scienza ce lo spiega: contribuiscono i neuroni specchio.
I neuroni specchio, sono stati scoperti in una ricerca che è durata dieci anni, dagli anni 80 a quelli del 90, da Giacomo Rizzolati e la sua equipe.
Si tratta da una catena di neuroni collocati nel sistema limbico, la parte antica del cervello deputata alle emozioni e agli affetti. In questa parte, a livello biologico, funziona un meccanismo specchio predisposto biologicamente alla comunicazione. Si trasmettono messaggi del perché avviene un certo movimento e poi del perché circa la intenzionalità spontanea: io mi avvicino a te perché mi sei simpatico, o perché mi piaci. Tu mi piaci e ti lascio avvicinare a me. Oppure tu soffri e i tuoi occhi richiedono il mio aiuto io ti aiuto e ti compenserò con il mio. Questo tipo di messaggi sono innati e risiedono nel DNA, e così potenzialmente sono presenti sin dalla nascita. Vanno incoraggiati dai familiari e dagli insegnanti per favorire le emozioni innate e l’empatia che diventa sempre più comunicativa grazie ai neuroni specchio.
Se insegno con passione agli studenti, gli studenti percepiranno la mia passione e me la restituiranno come specchiandomi con la loro passione. Ma se sarò rigido nella comunicazione, anche se con contenuti interessanti, gli studenti si annoieranno.
Imitazione e identificazione sono abilità che nascono a fianco dei neuroni specchio.
Il mondo sociale nelle relazioni positive si fonda sui neuroni specchio tramite appunto la similitudine che riconosciamo nell’altro e negli altri, come appunto ciò che è anche nostro.
Gli stati emotivi producono una particolare mimica facciale che può essere riconosciuta a livello visivo. Anche il tono emotivo della voce è codificato e decodificato dai neuroni specchio. Durante lo stato di dolore o di felicità attiviamo gli stessi identici neuroni mimici ed espressivi degli altri per comprendere all’istante lo stesso stato d’animo.
Possiamo ora immaginare cosa significa sollevare lo stesso peso e perché sia valido il proverbio: mal comune e mezzo gaudio, o dolore.
Siccome non vogliamo danneggiare gli altri: stiamo a casa per non creare anche minimamente un avvicinamento e mantenere il distaccamento sociale, unica terapia per sconfiggere il male!!!!
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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