La relazione d’amore si mantiene florida sino a che l’uno è in grado di dare all’altro quel che l’altro in fondo desidera e così chi riceve sa che è altrettanto importante offrire al partner quel che si aspetta e che desidera soggettivamente.
Forse nessuno dei due in una coppia è a conoscenza di ciò l’uno in fondo vorrebbe davvero dall’atro, ma il partner forse saprà comprenderlo in un qualche modo.
Spesso ciò che si desidera potrebbe riguardare un’illusione: vorrei essere considerata bella, di buon gusto, non importa se non lo sono, ciò che importa è che tu sia persuasivo e me lo faccia sentire profondamente tanto da esserne convinta.
So che tu vuoi sentirti un uomo di classe, che proviene da una famiglia nobiliare che ha adottato un buon stile di comportamento con gli altri e che se un bravo architetto.
Questa visione di te io te la debbo per sempre, come tu devi a me per sempre un onore di bellezza di raffinatezza di essere una donna che tu fai sentire superiore.
Non importa che queste caratteristiche di entrambi siano vere o oggettive, serve solo che le due soggettività siano appagate e mai siano deluse.
Ecco allora che trascorrono tanti anni e l’amore, cioè quell’insieme di forti emozioni che mostrano l’altro come se fosse una creatura meravigliosa, una fortuna incredibile di averlo/a incontrato/a, un premio donato per un riconoscimento insperato, è un sentimento che non si ritrova più.
Sento che sto vicino a una persona che sta diventando sempre più estranea, ne vedo i difetti, ma soprattutto mi appare una figura meschina.
Mi accorgo che non conoscevo i suoi piccoli sotterfugi, mi diceva che gli piaceva il mio modo di vestire, ma non era vero. Oggi mi confessa che mi vesto come una monaca.
E’ un uomo molto diplomatico, seduttivo, ma oggi lo vedo ingannevole. Quel che veramente pensa è ben altro da quel che dice.
Mi sembrava generoso perché mi invitava sempre ovunque e sembrava cercare di offrirmi il mondo, ma oggi vedo che è un uomo avaro, tirato con me e con gli altri.
Mi ha nascosto in questi 8 anni innumerevoli eventi della sua vita, mentre io gli raccontavo tutto di me. Mi ha raccontato di aver avuto un matrimonio finito dopo due anni ma che era nato come storia importante, ma non mi aveva detto che durante il matrimonio lui aveva tradito questa donna e che lei aveva divorziato per vari suoi tradimenti. Ho saputo questo da un suo amico che immaginava che lui me lo avesse detto.
Insomma oggi vedo quest’uomo piccolo, pieno di complessi, incapace di essere leale, cosicché non mi fido più di lui.
Maria ha trent’anni e si racconta così in pochi minuti. Viveva il suo compagno Luciano come un uomo sincero, generoso, leale che non aveva nulla da nascondere a nessuno.
Il tempo e la convivenza hanno fanno cadere l’immagine che lei gli aveva messo addosso.
Luciano aveva contribuito a rinforzare il bisogno di Maria di illusioni che lei cercava di mantenere in se stessa per sentirsi amata.
Lui l’aveva convinta con i suoi atteggiamenti, la sua generosità, raccontando che la precedente storia era stata bella, ma che era finita per via della sua lealtà e amore per la verità.
Lentamente quest’uomo mi ha distrutta – lamenta Maria – oggi sono sola perché quel mi accompagnava in questi anni cioè l’illusione che in fondo ho cervato di mantenere il più possibile con me, ora è crollata.
Sono sguarnita di tutto e lui?
Lui credeva che io fossi innamorata di lui perché gli dicevo di esserlo, volevo credere che fosse un uomo leale, generoso, un ingegniere bravo nel suo lavoro e orgoglioso di Sé.
Peccato lo credevo anch’io, ma mi rendo conto che non era vero, forse non lo è mai stato.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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