Antonia scrive:
Mi trovo al mare angosciata e di notte faccio brutti sogni. Sono in vacanza con amiche e amici per quindici giorni in Sardegna.
Ho ventisei anni e lavoro in uno stato precario come giornalista a Milano.
Temo di perdere il lavoro che comunque per ora viene pagato a ogni pezzo che scrivo.
L’editoria è in crisi come del resto tutta l’economia italiana.
Temo che l’affitto del mio appartamento aumenti perché era in passato abbastanza accessibile, ma ora sento che potrebbe aumentare il canone.
Il Codiv ha messo in crisi anche il mio rapporto con un mio fidanzato, evidentemente non era un rapporto molto stabile se è andato in crisi così repentinamente in concomitanza di alcune difficoltà logistiche.
Mio padre non è in buone condizioni fisiche per via di problema prostatico e mia madre è stanca di assistere i suoi familiari e mio padre…
Perchè???
Risposta:
Non c’è alcun dubbio che dal Marzo 2020 il senso di precarietà psicologico sia gradualmente e fortemente aumentato in tutti gli italiani.
I contatti sensoriali e fisici contribuiscono molto più di quanto ci rendessimo conto, riferiti ad un senso di sicurezza affettiva che riguarda anche le persone che vivono sole e i singol in generale.
I contatti di vicinanza per le famiglie che vivono la convivenza come sempre vengono a mancare però nel mondo del lavoro per i potenziali abbracci non ricevuti e il contatto con gli altri che si aveva nella normalità quotidiana.
Ci troviamo a vivere un’epoca storica in fase di cambiamento tale che tutti ne risentiamo.
Come nel film documentario del 2018, l’Antropocene rappresenta il concetto di una nuova epoca geologica che è caratterizzata dall’impatto dell’umanità sulla natura e sulla Terra.
Molti scienziati nel mondo ci ricordano che i virus, celenterati e batteri sono i primi e infinitamente più numerosi abitatori viventi del nostro pianeta.
Non possiamo dominarli nel senso di schiacciarli. Sembra che risorgano modificati e che rischino di essere i padroni assoluti come prima della nostra esistenza.
Non si vedono, sono in tanti, e sanno come adattarsi a nuove condizioni biologiche per aggregarsi, trasformarsi e resistere più forti di prima.
Lo sconvolgimento, direi dal primo 900, che è stato operato dall’uomo sulla natura ha modificato molti sistemi e stili di vita, includendo ovviamente anche il cambiamento della vita dell’uomo.
Non è sorprendente che i virus anche durante la prima guerra mondiale si siano riaccesi anche in seguito alla scarsa igiene dovuta ai combattimenti e le distruzioni delle bombe.
La cosidetta influenza Spagnola, che ha mietuto, seppur non accertate, circa 100 milioni di vittime nel globo, potrebbe essere una importante conseguenza dei cambiamenti complessivi della guerra stessa.
L’ecosistema geofisico e chimico è sensibile alle modificazioni territoriali molto più di quanto si credesse. Una ingenua e romantica fiducia storicamente si è sempre affacciata in diversi periodi della storia umana. Oggi la fiducia potrebbe essere non più soltanto ingenua, ma piuttosto cieca e folle.
Troppi cambiamenti da quei cento anni or sono stati apportati al nostro pianeta.
Noi esseri umani siamo più sensibili dei virus. Siamo organismi molto complessi perché eruditi rispetto a tutti gli esseri viventi e quindi più delicati anche psicologicamente.
Si perché ci dimentichiamo che l’essere umano è anche il prodotto della sua antica e primordiale storia.
L’essere umano contiene in Sè in buona parte anche la storia dei suoi antennati che influiscono a livello inconscio.
Noi non ne abbiamo sempre coscienza, ma il nostro sentire le nostre condotte dipendono anche dalle esperienze storiche fatte da altri. La conoscenza storica degli eventi ci aiuta digerire le esperienze nuove, ma solo in piccola parte. Figuriamoci cosa avverrebbe se non ci fosse un po’ di memoria del passato, senza quell’aiuto nel prevedere situazioni simili già accadute!
A queste difficoltà storiche-esistenziali si aggiungono esperienze improvvise e nuove senza antecedenti, spesso enormi.
Il Codiv 19 ha attivato un sistema difensivo che prevede un continuo cambiamento che genera instabilità, specie in persone giovani che rischiano di vedere se stessi senza quel minimo di strutture portanti su cui sperimentare quelle nuove future.
Antonia sembra sentire precari il sistema degli affetti e degli interessi professionali e per la sua indipendenza economica proprio quando il mondo richiede una profonda e radicata fiducia nel cambiamento.
Gli incubi di Antonia nel sonno e nella veglia sono segnali di allarmi, ma anche di difesa e di riorganizzazione del Sé di fronte e in procinto di un cambiamento.
Significa fare un lungo respiro per immagazzinare ossigeno e farsi coraggio, cioè sperare nelle proprie capacità di mantenersi in equilibrio come un funambolo, sapendo in fondo di possedere abbastanza risorse per adattarsi a eventuali difficoltà.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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