Dagli all’untore!

Dagli all’untore!

Era prevedibile l’evento secondo il quale dopo l’estate ci sarebbe stata una ripresa e diffusione del virus Covid-19, sebbene non tanto veloce e così estesa come tristemente dobbiamo constatare nella attuale situazione di Ottobre 2020.

Il contagio va dunque contenuto. Ma in che modo?

Con molta umiltà e senza minimamente voler contestare le decisioni politiche governative, mi permetto di avanzare un’ipotesi per il gusto di pensare ad alternative che probabilmente non potrebbero essere attuate.

Mi domando: d’avvero c’è bisogno di chiudere sempre di più, bloccare la gente a casa in un coprifuoco sempre più restrittivo con il grave rischio di replicare i mesi da poco trascorsi in desolante prigionia?

La gente è stanca e stressata, si era illusa che tutto fosse quasi finito…

Gli strumenti sanitari fondamentalmente utili, come è sempre stato anche nella storia, sono identificabili e anche oggi riconosciuti e confermati nel mantenere la distanza sociale, nell’indossare nei luoghi chiusi sempre la mascherina, o nel caso non si possa mantenere comnque dal prossimo la distanza precauzionale, e adottare una rigorosa igiene personale lavandosi le mani ogni qual volta si tocca qualcosa di estraneo come anche spingere un semplice campanello di casa.

Penso che le Regioni farebbero bene inoltre a disinfettare le strade con una certa frequenza.

I contagi crescono seguendo la funzione esponenziale che aumenta in modo proporzionale all’aumentare dell’esponente di base che per tutti noi significa vedere dilagare il virus in modo pericoloso.

Mi faccio una domanda: possibile che soltanto il coprifuoco sia il metodo che garantisce la sicurezza, cioè la riduzione del contagio e la morte del virus?

Il virus per sopravvivere necessita biologicamente di aggrapparsi ad un organismo come anche un batterio e comunque il corpo umano è una preda assai gradita.

Ma la distanza sociale non si potrebbe ottenere anche liberalizzando la circolazione della gente per un periodo limitato di tempo?

Se invece di chiudere per bloccare il suo dilagare si tentasse di aprire a tempo indeterminato sempre per il tempo della crisi?

Mettere in atto una sorta di lockdown come nei mesi primaverili, ammesso che sia stato rigorosamente necessario, anche se può apparentemente sedare l’ansia di incontrollabilità da parte del Governo e della gente, porterebbe l’economia ad un inevitabile collasso irreversibile. Da un punto di vista psicologico la comunità è assai stressata, sia i giovani sia gli anziani sani alcuni dei quali si sentono chiusi in una galleria dalla quale usciranno solo per imboccare la via del paradiso.

Certo che metaforicamente chiudere le autostrade porterebbe ad evitare tutti gli incidenti stradali, ma non andremmo da nessuna parte!

Ipotizzo, forse ingenuamente, che se tutti i mercati di tutto il Paese fossero potenzialmente aperti per h 24, la gente troverebbe un altro tipo di regolazione e organizzazione personale sia per le varie spese quotidiane, ma anche per i traffici commerciali e industriali. Non si tratterebbe ovviamente di un obbligo per nessuno, ma si potrebbe offrire a tutti maggior possibilità di scelta di orari per impedire gli ammassamenti di persone, file e contatti fisici.

Mi rendo conto che gli esercizi commerciali più piccoli si sentirebbero penalizzati da quelli più  grandi, ma ipotizzo che sia meglio concedere una tale opzione piuttosto che stare a casa ad attendere con l’angoscia di non poter più riprendere l’attività lavorativa.

Ricordo quando si concedette di aprire i mercati anche alla domenica che ci furono proteste dei piccoli commercianti alimentari che si vedevano shippati dai grandi supermercati, ma la situazione si è normalizzata.

Oggi inoltre siamo in una situazione di emergenza!

Forse immagino ingenuamente che il traffico potrebbe essere maggiormente diluito, autobus, treni, metropolitane, auto, aerei, navi, ma la vita lavorativa non sarebbe del tutto interrotta.

Consentire e organizzare le attività aperte anche nelle 12 ore nelle quali normalmente non si lavora potrebbe salvare l’economia piuttosto che soffocarla del tutto.

Ancora mi rendo conto che molti servizi pubblici dovrebbero essere maggiorati e che l’economia statale incontrerebbe molti disagi e costi straordinari: bloccando le attività, quando dovrebbe spendere lo Stato, aiutato dall’Europa, per risarcire anche un minimo le persone che sospendono il lavoro?

Una obbiezione logica potrebbe consistere nel pensare che chi non lavora si troverebbe a mantenere le proprie abitudini e cioè per esempio prendere l’aperitivo alla stessa ora di sempre per cui la movida non verrebbe veramente eliminata.

A questo punto occorre considerare che le trasgressioni non si possono completamente eliminare in alcun modo eccetto che con la persuasione sincera rivolta con mezzi di comunicazione semplici e lineare a tutta la popolazione.

Calcolo approssimativamente un 20% di trasgressione che penso sia psicofisiologico e considero che sia inamovibile in ogni caso.

Occorre poi considerare l’incredibile disagio psicologico che si è diffuso gravemente nel nostro Paese tanto che non immagino cosa possa accadere in caso di un copione del lockdown già sperimentato.

Mi è sembrato che sino ad ora le comunicazioni alla cittadinanza siano state rivolte attraverso ordinanze sancite con multe salate per le trasgressioni. Gli interlocutori, cioè la gente, si è sentita spesso come se fossero infanti promossi e bocciati a scuola nel caso non avessero portato alla maestra i compiti assegnati e anche ben corretti.

Mi rendo conto che la comunicazione corretta sia assai difficile in questi mesi, ma penso che sia necessario fare un enorme sforzo da parte delle autorità di informare correttamente, ma anche di persuadere ad un serio senso di responsabilità.

La gente dovrebbe sperimentare vergogna non aderendo agli inviti governativi, ma non sentirsi colpita invece da un facile bisogno di trasgredire ad ogni costo, come in molti casi già avviene.

I giovani e gli anziani dovrebbero sentire di scegliere di proteggere se stessi e gli altri come una scelta di propria libertà.

Comunque è bene per tutti considerare di rimanere a casa quanto più possibile, non dimenticare mai la distanza sociale e proteggere Sè e gli altri con le mascherine, ecc..

Se queste mie considerazioni appaiono ingenue e inadatte, scusatemi!

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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