Spesso i pazienti durante le sedute in psicoterapia psicoanalitica nelle loro libere associazioni non dimenticano mai il loro profonda affetto per i propri nonni.
Certo tali figure rappresentano la continuità con il passato remoto, la storia, loro rappresentano i capostipiti visibili e viventi della antica famiglia: a loro volta, di tanto in tanto, i nonni lamentandosi per le differenze della loro epoca con il mondo attuale, raccontano le loro storie. Si tratta di un mondo, di una cultura e di uno stile di vita che i nipoti non potrebbero mai percepire se non si identificassero un minimo con le storie raccontate dai propri nonni.
In tal modo però alcuni modi di pensare di un tempo vengono dai nipoti assimilati e magari criticati.
In generale, l’attuale nostra società, nonostante l’enorme evoluzione tecnico-scientifica, rallenta sempre più i ritmi sociali che riguardano la costruzione della famiglia. In altre parole, ci si sposa sempre più tardi, i figli nascono in numero minore di un tempo, i genitori prolungano spesso la loro parte adolescenziale pur essendo magari laureati e occupando posti di rilievo nel loro stesso lavoro. Si potrebbe ammettere poi che in molti casi i genitori di oggi sono meno versati a svolgere la loro funzione genitoriale. Spesso addirittura genitori e figli sembrano soffrire di problemi adolescenziali che poco si differenziano per il modo di risolverli
I genitori in molti casi divorziano e i figli rischiano di diventare vittime di ricatti morali usati dal padre verso la madre e viceversa. I loro conflitti, quelli che sono emersi durante la convivenza, derivano dal loro passato individuale, ma a contatto quotidiano l’un partner si trasforma in capro espiatorio dell’altro proiettandogli addosso ciò che non è stato risolto personalmente.
In molti casi, nonostante il divorzio marito e moglie non dismettono sentimenti ambivalenti reciproci e quindi inconsci tentativi di vendicarsi usando ritorsioni l’uno verso l’altro.
Ecco allora che la figura dei nonni diventa fondamentale nel salvare la crescita dei nipoti..
Il nonno e la nonna specialmente se in buona salute, possono apparire validi modelli per i nipoti. La loro lunga esperienza di vita consente di offrire molti punti di riferimento che invece di con-fondere, in contrapposizione agli stessi genitori con-fusi. Suggeriscono semplificazioni, sdrammatizzando le situazioni di vita anche attraverso consigli pratici che invitano a essere più riflessivi e meno impulsivi.
I nonni, anche se non hanno come nella coreografia classica di Babbo Natale capelli bianchissimi e barba altrettanto candida, appaiono rassicuranti verso i nipoti.
Spesso sorridono ai piccoli bambini con affetto, raccontano esempi e favole ad hoc e contribuiscono a trovare soluzioni pratiche e alle infinite difficoltà dei giovani nipoti adolescenti che sono in cerca di una loro identità.
Alcuni nonni apprezzano le piccole cose, amano gli animali, e consapevoli che la vita ha una suo termine, sono concretamente propensi apprezzare il buono e bello delle cose che in quel momento dura poco e potrebbe sfuggire in un attimo lasciando un po’ di rimpianto.
Non sempre queste figure di anziani parenti godono di un buon carattere, sanno essere saggi e funzionare come buoni modelli per i nipoti. Molte personali frustrazioni, nonostante gli anni già vissuti, non sono state ancora assorbite e richiedono meccanismi psicologici compensativi.
Anche loro, seppur in modo diverso dai loro figli divorziati, alcuni nonni possono quindi nuocere ai nipoti anziché aiutarli.
Mentre questi dovrebbero rispettare lo stile educativo che adottano i genitori nei confronti dei propri figli, quando i nonni si prestano a essere baby-sitter si contrappongono ai genitori, imponendo uno stile personale molto differente. Ora, rispettare non significa ovviamente avere le stesse idee dell’altro, ma per alcuni, forse contrapporsi significa sfidare i propri figli per ricordare loro di aver sempre il potere e la ragione di un tempo.
Alcuni nonni invece quelli che s’aspettavano molto di più dalla loro vita, accorgendosi di essere invecchiati, non si sentono pacificati da certe insuccessi delle loro vita e a livello inconscio, vorrebbero un certo risarcimento. Diventano egocentrici e oppositivi, cosicché tale carattere non giova ai nipotini. In tal caso, questi nonni scorbutici e narcisisti reagiscono male di fronte alle richieste affettuose dei nipotini, generando in loro confusione anziché chiarezza grazie al modello che offrono che risulta incoerente.
In questi casi i genitori incapaci di funzionare adeguatamente con i propri figli, non potendo contare sui propri stessi genitori, si trovano nei guai. Non possono contare su alcun un aiuto.
In sintesi, la funzione del nonno è molto importante come sempre è stata e forse oggi anche maggiormente che in passato.
Gli anziani che hanno vissuto la loro vita in modo sufficientemente soddisfacente appaiono felici e ben ricompensati nella nuova funzione di accudire i nipoti e del loro nuovo ruolo di nonni. Ma non sempre le situazioni risultano così armoniche tra le tre generazioni, nonni, loro figli e figli dei figli.
Penso che sia bene quando la disponibilità dei nonni è assai limitata per varie ragioni oggettive, oppure quando i nonni non sembrano psicologicamente adatti a funzionare in modo adeguato per i nipoti di rinunciare al loro aiuto poiché potrebbe trasformarsi in qualcosa di narcisistico.
Non mi sembra una cattiva idea richiedere aiuto professionale individuale oppure anche di coppia che consenta di analizzare le ragioni varie della crisi di coppia e anche in caso di divorzio. E’ a mio parere opportuno che la coppia genitoriale ottenga una profonda comprensione del proprio atteggiamento individuale e di coppia come genitori nei confronti dei propri figli.
Come sappiamo il divorzio in sé non implica disagio ai figli purché i genitori ricordino sempre che per i figli la coppia dei genitori rimanga unita dentro il loro mondo interno, anche se padre e madre vivono separatamente con nuovi compagni.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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