Le persone che desiderano conoscere la propria situazione psicologica, l’uso eccessivo dei propri meccanismi psichici di difesa, cioè quando a livello inconscio questi portano a sintomi disagevoli o di sofferenza psichica si domandano:
è possibile svolgere queste valutazioni da parte dello psicoterapeuta via telefono, oppure in video telematico?
Il mio parere è il seguente: è opportuno che i primi colloqui con lo psicoterapeuta si svolgano in presenza.
Perché?
Esiste nel dialogo verbale all’interno dell’incontro di conoscenza di paziente-terapeuta un’importante meta-comunicazione non-verbale. Il protagonista della richiesta di consultazione, il paziente, ha bisogno nel colloquio di essere in presenza, sia per lo psicoterapeuta, sia per se stesso. Il richiedente ha bisogno di sentire, oltre che comprendere se chi gli è davanti potrebbe essergli di aiuto e essere convincente in ciò che egli gli fa sapere su di sé.
Allo stesso modo lo psicoterapeuta ha bisogno di cogliere la situazione clinica di chi gli sta davanti, non solo attraverso le sue conoscenze tecniche, ma in particolare attraverso il sentire ciò che nel proprio mondo interno percepisce di importante e che costituirebbe il punto nucleare dei vari sintomi significanti. La metacomunicazione anche in questa caso è fondamentale.
Se in seguito i colloqui di consultazione aprissero la strada ad una psicoterapia classica vera e propria, cioè ad un livello più profondo, questa dovrebbe svolgersi in presenza. Tale opportunità per le ragioni sopradette e cioè considerando la metacomunicazione non verbale assai importante nel setting terapeutico.
Tuttavia nel caso in cui molti disguidi per distanza di ubicazione dallo studio dello psicoterapeuta, oppure anche indisposizioni varie fossero in programma, l’accordo della coppia psicoterapica potrebbe includere anche sedute non svolte in presenza, ossia sia per telefono, sia telematiche.
Fermo restando che ogni contatto di consultazione dovrebbe avvenire di persona, la psicoterapia nel caso unicamente riguardante ragioni di impedimenti logistici, piuttosto che rinunciare alla processualità della cura nel suo continuum, potrebbe svolgersi in modo telematico.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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