Educare vuol dire formare            di roberto pani

Educare vuol dire formare di roberto pani

La Società italiana risente di un disturbo che ormai si manifesta nel comportamento di alcuni giovani sin dall’adolescenza. Ragazzi confusi, ribelli mostrano di essere privi di un vago orientamento verso il futuro e non mostrano di essere in grado di pensarlo o di immaginarlo minimamente. Alcuni di questi giovani, in contrapposizione a altri che sono invece ben orientati e appassionati nel fare quel che stanno già facendo, sembrano incapaci di riflettere perché non trovano in se stessi lo spazio psichico per percepire se stessi innanzitutto come protagonisti e tanto meno  sentirebbe un interesse non dico una passione per qualcosa.

Sono passivi in attesa di essere condotti da qualche parte.

Si fa riferimento come causa ad una società troppo consumistica, dove la finanza e non la politica governi il Paese dove i punti interesse lavorativi siano assorbiti da strani e perversi meccanismi speculativi che non lasciano spazio ai giovami.

Nello stesso tempo gli osservatori della scuola lamentano l’inadeguatezza di alcun insegnanti che si limitano a mala a pena a partale di programmi scolastici  e fra l’altro con poco impegno e soprattutto con apatia. Gli stipendi sono scarsi e la motivazione degli insegnanti è sempre più calante.

Sappiamo invece che la scuola è tra le prime Istituzioni formative per i giovani. Chi di noi non ricorda nei tempi passati, almeno un insegnante che con il suo modo di fare e di insegnare ci ha fatti amare almeno una materia, tanto che questa è stata coltivata anche all’Università degli Studi completandosi con una laurea brillante?

Gli insegnanti a cominciare dalla Scuola elementare dovrebbero essere selezionati per empatia, conoscenza psicologica dei giovani nel periodo adolescenziale e capaci di entusiasmarli proprio in quell’età alla vita.

Ma prima della Scuola il funzionamento familiare è ancora più importante perché quando i bambini sono piccoli l’imprintig  ossia l’identificazione introiettiva sui genitori è fondamentale, L’imprinting è un apprendimento precoce per esposizione che Konrad Lorenz ci ha mostrato come attraverso i mammiferi i primi contatti e impressioni siano quasi stampati nella mente. L’assenza di stimoli nel periodo sensibile, quindi durante l’arco scolastico, possa essere alla base di alcune forme di ritardi mentali e di passività del cervello del ragazzo (Bateson 1966)

Le famiglie dopo la seconda guerra mondiale in poi hanno cercato di dare ai figli quello che durante le guerre non si otteneva facilmente  offrendo tanto e di più del necessario. Mi riferisco al cibo, ma anche a tutto il resto comunicano messaggi del tipo che non ti mancherà mai niente.

Questo potente messaggio si è rivelato deleterio. Spesso i padri credendo di mostrare la loro diponibilità e generosità si sono offerti ai figli come i migliori amici dimenticando però che in tal modo hanno perso completamente la loro funzione paterna. I figli hanno perduto il più efficace punto di riferimento, ogni autorevolezza, ogni identificazione introiettiva ogni ideale dell’Ego,

Non di meno si sono comportate le madri che, essendo a volte piene di dubbi sul miglior comportamento da adottare con i figli hanno scelto la bontà, la giustificazione dei loro comportamenti assai riprovevoli, l’indifferenza e l’alleanza con loro anche verso le critiche degli insegnanti.

I poveri, ragazzi viziatelli hanno perso ogni dignità e si sentono autorizzati a cercare famiglia laddove a casa propria non c’è più, cercando aggregarsi, grazie a internet a balle di altri ragazzi sbandati, spesso spregiudicati che fanno uso di droghe e di misfatti, penalmente  perseguibili, le cosi dette baby-gang.

Il giovane di questo tipo, e non colui che ha avuto la fortuna inversa di una solida famiglia, di insegnanti predisposti a fare quel che son chiamati a fare, si trova in mezzo alla strada in una società sempre più complessa rispetto a tanti anni or sono, dove vigeva povertà generalizzata, ma viveva con qualche sano principio etico.

Certi giovani vanno aitati e educati in comunità ben preparate: educare vuol significare sottrarre tanti illusioni inutili e nocive. Altri ragazzi se lo desiderano dovrebbe cercarsi uno psicoterapeuta individuale o di gruppo ad orientamento psicoanalitico. Chi desidera questo tipo di trattamento psicoanalitico dovrebbe sapere che si tratta di un piccolo viaggio durante il quale con un po’ di introspezione e di curiosità si possono ricostruire le cause di tanta confusione per riattivare autonomia e passione per le cose del mondo. Tali scoperte saranno poi digerite, cioè elaborate nel mondo interiore al fine di rafforzare la propria identità e di sentirsi protagonisti.

di roberto pani, psicoanalista

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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