La disforia di genere che si manifesta qualche volta durante la preadolescenza e adolescenza si manifesta quando un ragazzo /a non si indentifica nel proprio sesso biologico. Bisogna confermare secondo gli studi del Ministero della Sanità che è in aumento di circa il 5% in tutto il pianeta e in Italia il fenomeno è aumentato del 30% .
Ci sono ragazzi che dovendo gestire la loro corporeità sessuale non sono in grado di assumersi la responsabilità nel ruolo attivo e di protagonisti nel rapporto sessuale e si sentono bigender, trans-gender o gender-fluid.
La paura della sessualità risente di una improvvisa caduta dei tabù di un tempo della fanciullezza che fa percepire come scontata una sorta di disinvoltura nei rapporti di sesso completamente dissociati dai sentimenti che di fatto li accompagnerebbero seppur in modo latente.
Molti ragazzi si sentono inesperti e contemporaneamente percepiscono una forte responsabilità nel mostrare di essere padroni del sesso, come se dovessero dare prova della loro decisa identità maschile e femminile.
Durante il Covid la vita sociale è cambiata: a parte il periodo di ristrettezza nelle case spesso piccole e sovra popolate costretti a una ristrettezza durata alcuni mesi durante i quali la socialità è stata sospesa per tutti. La conseguente prigionia ha provocato un sentore di isolamento da un lato, e un senso di passività e rinuncia dall’altro. Alcuni giovai hanno dichiarato di non aver voglia di alzarsi dal letto. Il rapporto sociale a quella età è assai importante per aiutare a gestire eventuali insicurezze attraverso significativi confronti cosicché aiutano a ridurre l’insicurezza ed abituarsi a sentirsi più forti e degni di spazi psichici conquistati. Purtroppo il virtuale dei social è subentrato prepotentemente in tutte le relazioni. Lo smarphone, i tablet, e i computer hanno creati un setting di comunicazioni dove l’altro e gli altri sono fisicamente lontani. I giovani si abituano a questo setting e stabiliscono a rapporti virtuali le cui risposte sono spesso compensative e seducenti perché elargiscono like, mi piace ecc, creando false amicizie con chi non si conosce, ma in tal modo, l’illusione allontana i contatti diretti più difficili umanamente da gestire.
Persino il lavoro è diventato in molti casi telematico e persino una certa psicoterapia o consulenze tecniche promotrice di consigli non gratuiti (non certo quella psicoanalitica), invade il mercato promettendo di guarire le persone con consigli e protocolli. Esistono i vari chat GPT.com o Bing (intelligenza artificiale) che offrono psicoterapie gratuite, se vogliamo chiamarle con un nome sbagliato. Sono in realtà solo potenti strumenti per velocizzare statisticamente il calcolo di dati numerici con molte varianti, assai utili per scienza come la ricerca medica, finanziaria o ingegneristica, ma non per aiutare l’essere umano da un punto di vista psicologico.
La Società consumistica ha in buona parte annullato i tradizionali valori culturali. Nei social circola molta informazione spesso superficiale, di chat che si uniscono creando un mondo a sé e uniformandosi a giudizi che sono guidati da alcuni leader che sollecitano giudizi grotteschi, stereotipati e ripetitivi buffale.
La cultura scolastica si è molto abbassata. Gli insegnanti a parte alcuni che sanno ben fare il loro mestiere, come certi padri diventano complici dei bisogni degli alunni che richiedono di stazionare nella cosidetta confort zone. La scuola diventa sempre più nozionistica dove la cultura nel senso di esercizio del pensiero viene trascurato. Il nozionismo è costituita da un insieme di informazioni che presto svaniscono omologando le mentalità dei giovani a modelli sempre piè in linea con l’intelligenza artificiale. Gli insegnanti sempre meno motivati ed esperti nella comunicazione empatica si limitano a seguire un programma in modo rigido che demotiva gli alunni a pensare con un pensiero critico, e tenendo freddi i contatti emotivi tra alunni e docenti. L’empatia dei vecchi maestri che sono ricordati dagli anziani studenti come dei capisaldi delle loro preziosa impostazione di vita stanno sparendo e al loro posto crescono i modelli fatti di paradigmi, di protocolli, di algoritmi, di test a multiple choice che promettono certezze indiscutibili per il futuro cosicchè molti credono di possederlo.
L’intelligenza emotiva quella che stimola fantasia e creatività e mettersi nei panni degli altri, viene sempre più sacrificata. La cultura rimane quella dei numeri, il mondo è conosciuto attraverso i numeri, la finanza, il profitto. La cultura come impostazione della mente verso l’analisi delle cose sta sparendo. Persino la psicoterapia psicoanalitica che nasce come analisi profonda del mondo interiore con lo scopo di permettere l’apertura verso i significati latenti per consentire la metabolizzazione dei conflitti inconsci, viene snobbata. Viene sostituita da interventi che suonano come terapeutici ma che assomigliano ad addestramenti mentre si insegnano spesso strategie per imparare le soluzioni ai problem solving.
Molti giovani escono dalla casa ei genitori per timore di deluderli seguendo esempi che promettono successo tutto e subito. Altri giovani adulti rimangono nelle case familiari alimentando la sindrome del nido pieno e convivendo con genitori ormai molto anziani.
Le modificazioni sociali in atto negli ultimi anni sembrano aver reso questi passaggi più complessi, anche per il tipo di rapporto che i genitori instaurano con i figli, un rapporto che non permette la ribellione, ma obbliga i ragazzi a confrontarsi con un ideale di sé decisamente differente dai reali vissuti di un adolescente.
Tutto ciò porta ad insicurezza, confusione nei giovani privi di riferimenti attendibili che stazione tra il virtuale e un mondo pieno di false promesse.
In altre parole, i giovani per o più vivono una profonda crisi d’identità. Sperimentano fragilità, solitudine e disorientamento
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In questo contesto riuscire a definirsi al di là del proprio sesso biologico, diventa estremamente importante per i ragazzi poiché rappresenta un aiuto per affrontare la realtà, un modo per essere visti ed essere nella mente dell’altro. Il corpo, così, passa in secondo piano per far posto a qualcosa di più profondo, (tant’è che gli adolescenti fanno sempre meno sesso), un’identità complessa che deve essere definita per far sì che venga del tutto accettata.
Non avendo gli strumenti e i mezzi necessari per affrontare le trasformazioni in atto in questo periodo così delicato della vita, alcuni ragazzi cercano di esprimersi e autodeterminarsi per offrire una cera consistenza e supporto a se stessi attraverso il corpo biologico. E se il mio corpo maschile fosse orientato al femminile o viceversa? Spesso sento quel che le ragazze sentono le stesse cose anche loro e me lo dicono. Ecco perché sono cosi confuso … se diventassi donna sarei pià sicuro di me…. Il gender fluid si trasforma per alcuni giovani una àncora alla quale non possono rinunciare. Si tratta di sintomi di una profonda cresi d’identità Operare chirurgicamente ? Mai e poi Mai !!
Intraprendere un percorso con un psicoterapeuta preparato può rivelarsi molto importante per acquisire coscienza di Sé, riconoscere la propria identità di genere e prendere le distanze dai facili commenti .
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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