Avvelenare un cane che ha salvato vite umane

Avvelenare un cane che ha salvato vite umane

Kaos un cane Wolf che ha trascorso metà della sua vita ad addestrarsi e l’altra metà per salvare vite umane per affetto e divertimento.

Lavorava ad Amatrice dopo il terremoto e lavorava sodo.

Il suo addestratore dopo la sua morte, cambierà lavoro per il dolore, per protesta, per allontanarsi dal ricordo inaccettabile.

Kira il cane, sua compagna si è sdraiata sopra la terra dove Kaos è stato sepolto.

Non sappiamo se il pastore tedesco sia morto d’infarto come alcuni medici suggeriscono, o avvelenato, ma personalmente mi riferisco come se fosse valida la prima ipotesi perché in tante situazioni é accaduto proprio tale tipo di morte di cani per avvelenamento.

Tanta gente crudele ha ucciso cani avvelenandoli, somministrando una pallina di carne, contenente veleno, solo perché abbaiavano e disturbavano: a quella sola gente mi riferisco.

Ci sono certe persone che trattano gli animali come cose, in altre parole, sono proprietari ma si sentono solo possessori.In realtà sarebbe percepiti come genitori dagli animaletti. Questa gente neutralizzano l’eventuale affetto verso i cani, molti mammiferi, ecc .

La loro salute, la loro vita non esiste per loro.

Il cibo che si offre al cane è inadatto, ma l’animale è costretto a mangiarlo oppure a non mangiare niente. 

Alcuni cani rimangono al freddo nel cortile e a digiuno per alcuni giorni!

Alcuni animali, non solo il cane, sono usati sino a che loro sono in grado di offrire un servizio utile ai loro possessori , ma liberarsene subito, appena l’utilità cessa, è automatico.

Spesso il bisogno di muoversi per un periodo da  parte del proprietario decreta la morte dell’animale, o il suo abbandono, definitivamente per strada.

Che cosa è la crudeltà?

E’ un atteggiamento mentale e spesso anche messo in atto nel comportamento; consiste nel sadico piacere di infliggere dolore, sofferenza di vario tipo a un essere vivente con assoluta indifferenza verso la pietà.

La crudeltà ha che fare spesso con il piacere sadico, con il piacere insostituibile della vendetta e con la stupidità mentale che genera divertimento. Se tu soffri, io invece per questo provo piacere quasi orgasmico!

La persona crudele s’identifica con la vittima, proprio e soltanto per allontanare da sé ogni sofferenza e vedendola inflitta nell’altro.

Tale situazione rassicura e genera piacere.

Pensiamo agli spettacoli dell’antichità: prima ancora che al Circo Massimo, al Colosseo in Roma laddove gli spettacoli si basavano sull’ammirazione del coraggio e bravura del gladiatore, ma più comune era vedere soffrire per mezzo dei supplizi, delle torture, quali l’impalamento, lo scorticamento, crocifissione in varie situazioni ecc.

Questi atti che avvenivano millenni prima dell’era cristiana, e nell’immediato e tardo medioevo suscitavano forti emozioni di piacere che si manifestavano con risate e gridi di gioia!

Il diniego è un altro possibile meccanismo attraverso il quale il sadico e crudele genera un offuscamento dell’esame di realtà e del reale, cioè del mondo esterno in generale e di quello prossimo a noi.

La coscienza è anestetizzata da un velo che nasconde e impedisce loro inconsciamente di vedere ciò che potrebbe muovere sentimenti di pietà.

Il diniego quindi è un meccanismo inconscio di tipo psicotico che forclude massicciamente ciò che potrebbe essere motivo di grave conflitto di colpa e di vergogna all’interno di Sé.

Il sadico si scinde in due o più parti ed esclude la pietà facendo trionfare la vittoria della crudeltà.

Il soggetto non soffre perché dice a se stesso: ma dai quello è un cane, chi se ne frega, la smetterà di disturbarmi.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

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