Coppia in crisi definitiva: meglio staccare seccamente o mantenere l’amicizia?

Coppia in crisi definitiva: meglio staccare seccamente o mantenere l’amicizia?

Penso che sia una domanda che ricorra spesso al  momento nel quale la crisi di coppia é avvertita come drammatica.

Quando le due persone etero o omosessuali sono colmi di rabbia perché più volte si è ripetuta una certa scena che li ha profondamente offesi o quando la stima verso l’altro è proprio crollata la risposta è quasi sempre la stessa: Mai più ti voglio vedere, né incontrare, lontano da te, per noi è decisamente finita … vai al diavolo e vedrai che te la caverai bene senza di me …mi rimpiangerai, vedrai, ma a quel punto crepa !

Si tratta di una reazione arrabbiata e che porta alla rottura definita sul cuscino della stessa rabbia che cancella la propria debolezza quella che di solito che prevale sull’affetto e sul bisogno dell’altro, .

Di solito questo atteggiamento dovuto a una reazione difensiva per compensare il dolore e trasformarlo in un atto di forza funziona bene al momento. Ciò non toglierà il dolore che si proverà successivamente se la persona lasciata conta qualcosa. Può servire allo scopo immediato per esprimere la propria rabbia e portare a un cambiamento in se stessi e nell’altro.

Se dopo poco tempo, si incontrerà un altro partner, si riuscirà definitivamente a metter da parte l’altro tanto precedentemente amato. Altrimenti, il partner abbandonato potrebbe rifarsi vivo e tentare il ritorno, oppure il soggetto che ha deciso di abbandonare, potrebbe sentirsi tremendamente lonely, in preda alla solitudine e tentare per bisogno urgente e angoscia di ritentare nella coppia disfatta, almeno nel pensiero.

Se in generale si sente di aver conosciuto il partner, pur amandolo all’inizio, ma forse idealizzandolo,

e che conoscendolo meglio, ci si accorga che non fa per te per tutta la vita, allora ci si comporta in modo da far risulatere i conti al negativo.

Il partner si stanca di sentirsi svalorizzato, si ribella, reagisce agli attacchi che fanno sentirlo indegno e inadeguato e decide di inorgoglirsi e di prendere l’iniziatica con grande calma e civiltà : vediamo se possiamo stare assieme , certo siamo molto diversi, cerca di non comportarti in tal modo, sai che questo mi fa arrabbiare, se continui così non so cosa succederà tra noi.

Il partner, con l’andare del tempo, comprende che la coppia è già fortemente in crisi e allora si prepara con angoscia a rompere il rapporto. Nel corso dei prossimi mesi egli accetterà di essere lasciato perché anche lui/lei è stanco/a e qualche azione verrà compiuta.

Prevalrà l’idea di mantenete un’amicizia, visto che potrebbe pentirsi oppure che il partner è importante, anche se ci sono intralci al loro rapporto di coppia.

L’amicizai o amichevolezza sarebbe la soluzione migliore. Si perde l’altro, ma non del tutto: quel che ci di buono viene salvato. Gli aiuti concreti vengono mantenuti all’interno del nuovo rapporto di amicizia. E’ possibile costruire un rapporto di amicizia mentre si soffre ancora per la perdita del partner? Dubito , ma ci si può provare … Sarebbe bello isolare tutto ciò che funziona per noi e recuperalo reciprocamente, ma dove mettiamo la possessività, la gelosia , la rabbia per essere stati rifiutati ?

Se si cerca l’amicizia il rapporto potrebbe essere smitizzato e ridimensionato vedendo l’altro come persona. Se si stacca improvvisamente l’altro potrebbe rimanere un ricordo mitico che si sogna tutte le notti!

Auguri comunque un passo si è fatto!

 

 

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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E tu come la pensi? Scrivimi un commento o inviami una domanda all'indirizzo roberto.pani@unibo.it...

2 commenti

  1. Raffaella Buttazzi

    Mi è successo di mantenere un legame di stima: nel caso di una coppia che decida di lasciarsi, dopo tempo, però, che facesse defluire la rabbia e il dolore e personalmente: se con se stesse si stava, da prima, abbastanza bene, è in qualche modo più semplice così come la rlevanza di un sentimento, con tutta la sofferenza comunque presente, dovrebbe poter favorire questo movimento?

    Raffaella

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