Sono molte le persone che fanno fatica a svegliarsi e ritornare al ritmo normale di lavoro.
Sembra che il 30% dei certificati medici di malattia sostengano malattie del Lunedì.
Si tratta di pigrizia o cosa?
Effettivamente non sono l’unico che conferma che non sempre si tratti di pigrizia psicologica, ma di vera e propria
sindrome depressiva.
La sindrome è costituita da un insieme di sintomi che non avrebbero una etiologia precisa.
Si tratta di stanchezza, riduzione di attentività, e rifiuto di affrontare la realtà esterna. Al pomeriggio del Lunedi, già la
situazione migliora per molti che andranno a lavorare.
Perché ciò accade?
Il Venerdi pomeriggio, quando alleggerito dalla diminuzione di ore di lavoro, insieme al Sabato e Domenica,
genera un lungo weekend che si presta per molte persone a creare un senso di distacco completo dal lavoro,
quello che hanno intrapreso in ufficio o altrove e questo non è sempre un gran vantaggio.
Si può creare la cosidetta sindrome generale di adattamento (G.A.S.) la quale può modificare le funzioni
dell’organismo psicofisico verso un adattamento, cioè verso una speciale omeostasi nella quale il rilassamento
abbassa ad opera dell’ipotalamo, alcuni ormoni adrenalinici e catecolamine come la noradrenalina, e anche la
dopamina e il cortisolo.
L’ipotalamo corrisponde a un’area dell’encefalo che controlla la maggior parte delle funzioni organiche indipendenti
dalla volontà come la temperatura basale, la frequenza cardiaca, la respirazione, la pressione arteriosa ed è
strettamente connesso con il funzionamento del sistema neuro-endocrino e immunologico.
L’ipotalamo interviene tutte le volte che è necessario conservare lo stato di normalità dell’organismo, agendo direttamente sul sistema nervoso autonomo e sull’appaprato endocrino.
Cosa si può fare per annullare il più possibile la sofferenza del risveglio con l’idea di riprendere il lavoro?
Come vincere la sindrome depressiva?
Penso che sia opportuno rilassarsi e divertirsi nel senso di differire i propri interessi dal lavoro appagando i desideri di
varia natura, ma non esagerando.
Conviene andare a dormire più o meno alla stessa ora, non troppo presto, ma nemmeno troppo tardi, mangiare bene
e cose che piacciono molto, ma non oltrepassare certi limiti.
Lavorare, in senso di muoversi verso le cose che piacciono, ma evitare la passività.
Tenere, in altre parole, l’organismo sempre attivo e non dare spazio alla suggestione secondo la quale il riposo
dovrebbe risarcire più di quel che può restituire all’organismo stanco e anche a volte frustrato.
Inconsciamente, in ciascuno di noi si può creare l’illusione di essere completamente in vacanza e quindi riprendere il
ritmo accelerato e faticoso viene rifiutato, ma con un effettivo malessere.
Certo che esiste la pigrizia e il mio non è certo un invito a non sforzarsi di riprendere normalmente la propria attività
come i furboni del cartellino, ma bisogna riconoscere che per alcune persone che si rilassano troppo senza saperlo,
il Lunedi mattina è fonte di angoscia.
Meglio aspettare le vere vacanze poiché, se il ritorno al lavoro sarà pur sempre faticoso, almeno saranno state
sufficientemente lunghe da compensare lo sforzo del ritorno, come sentiamo lamentare da alcuni, dopo essersi
assentati dal lavoro per qualche settimana riposandosi al mare o in montagna o altro!
Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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