Perché le emozioni vengono confusamente e direttamente tradotte in atti impulsivi?
Sappiamo come l’economia sia basata sulle dinamiche dettate dal consumo veloce il cui inizio è cominciato in Occidente nel mondo Nord americano e australiano: ha consentito di estendere benessere a molti Paesi occidentali, ma, ahimé ha creato anche molti guai nello stile di vita di tali Paesi. A mio parere ha creato una filosofia del bisogno e ha annullato nelle nuove generazioni la ricerca interiore perché tale ricerca è progressivamente stata indirizzata a soddisfare bisogni urgenti e a trascurare il senso dei propri desideri autentici.
Oggi, alcuni giovani non riescono a sentire se stessi se non attraverso una percezione di Sé che suona: tu senti di essere al mondo in quanto consumi, in quanto appaghi urgentemente il vuoto, la noia che si è creato in te e che assomiglia un buco che bisogna chiudere e saturare immediatamente. Ma anche: tu conti se manifesti un’identità forte, se sei forte anche soprafacendo gli altri.
Questa fantasia si compenetra con la filosofia dell’uomo machista, sul modello del padre padrone, sul sessismo forte, sul nonnismo nato nelle caserme, nelle prigioni, in alcuni vecchi collegi nei quali l’educazione faceva sperimentare che i ragazzi furbi non subiscono mai alcuna sgridata, o punizione per la loro indisciplinatezza, dove l’autorevolezza dei valori si confronta con la trasgressione come in un gioco a scacchi dove l’indisciplinato fa sempre scacco matto.
La figura del bullo nasce anche da un padre e madre ingenui e per bene, anche un po’ pigri che hanno condannato il fascismo dei loro padri, ma che con il buon scopo di tenerlo lontano dai figli, hanno in buona fede abolito anche ogni autorevolezza verso di loro per interpretare al massimo l’atteggiamento democratico verso i propri figli.
Questi buoni genitori sono diventati falsi amici dei propri figli con un atteggiamento assolutamente che li pone alla pari, anzi apparendo loro stessi spesso sottomessi ai ragazzi per dimostrare che nessuna imposizione autoritaria sia stata posta davanti a loro.
Gli amici, genitori dei figli scompaiono agli occhi dei ragazzi come genitori.
Tale errata democrazia gonfia il senso tanto apparente quanto magico di potenza che i figli percepiscono.
Questi ragazzi però vanno incontro a disarmanti frustrazioni e delusioni, ogni anno di più, mentre con il trascorrere del tempo, crescono in età.
Il senso magico di onnipotenza gonfiata si sgonfia lentamente e di nuovo, si rimettono alla ricerca di quella potenza illusoria che stanno perdendo .
Nel frattempo, internet con i social network diventa sempre più sofisticata e la potenza (che non è il potere) si può esercitare proprio esibendola in internet. Come ? Tentando di schiacciare chi rimane impigliato nella rete delle gang tessuta di frustrati, di disillusi senza carattere.
La suggestione si sa è umana: tutti siamo un po’ suggestionabili, chi più chi meno. Si tratta di giovani ragazzi in cerca di sicurezza in se stessi che possono essere suggestionati da chi li svalorizza e sminuisce con perfetta premeditazione la loro identità, i propri punti della personalità deboli. Ecco le vittime ed ecco i carnefici!
Quei giovani nei panni di carnefici spesso soffrono particolarmente d’invidia perché molte promesse sono state disilluse e si trovano a vagare dentro a un vuoto incolmabile, di fronte a gente giovane altrettanto fragile, ma meno illusa, cresciuta con meno promesse, ma con un senso dei valori .
Il senso dei valori fa star male i bulli perché non lo possiedono e ricorda loro la povertà psicologica, il loro senso di vuoto. Debbono cancellare chi invece lo possiede!
L’invidia patologica è una brutta sorella da portarsi in viaggio. La gang dunque invidia quelli che sono da un lato più sani di mente di loro, ma fragili, suggestionabili. Le vittime sono ingenue e suggestionabili, poco consapevoli di sé.
Pertanto gli invidiosi compensano la loro frustrazione rivolgendosi contro coloro che appaiono più ingenui, ragazzi che hanno in comune la fragilit, ma gli invidiosi ricorrono alla arroganza per vendicarsi della loro situazione compromessa dalle illusioni tradite.
Diventano persecutori dei giovani influenzabili, vogliono demolirli, perché ricordano a loro ciò che hanno perso, le loro illusioni di potenza. Come vediamo, qualcuno tra chi subisce ricorre al suicidio a causa degli enormi attacchi svalorizzanti l’immagine di se stessi ridotta a brandelli…
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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