Cominciano a contarsi in molte le donne che non si sentono minimamente in imbarazzo disdegnando sia il matrimonio sia i figli.
Alcune vorrebbero un figlio ma senza marito. Altre il marito ma senza un figlio.
Altre ancora né l’uno, ne’l’altro.
Naturalmente, rimane come assunto forte che una donna senza figli non ha completato qualcosa di Sé e rimane in debito di qualcosa.
Ci sono donne che trovano immorale, rinunciare alla maternità, non per ragioni religiose o cattoliche, e dichiarano che l’essere donna implica biologicamente un certo sentire la femminilità, che implica l’utilizzare secondo natura il dono della procreazione.
La femminilità ti è data per rispettarla, per farla valere e se non ti degni di considerarlasei una masochista.
L’atto di procreare rappresenta potere, si associa alla creatività e alla capacità biologica, all’intenzione di seguire la natura.
Penso personalmente che una donna e un uomo possano sentirsi completi e realizzati anche se non hanno figli.
L’urgenza di non sbagliarsi, di avere tutto dalla carriera, ai soldi, la stessa famiglia, all’amore vero, ha sconcertato il valore della donna in sé e con lei anche l’esistere solo per fare figli, costringendole a combattere infinite battaglie per raggiungere il diritto alla maternità retribuita e al rispetto dovuto loro sul posto di lavoro.
Ma questa vittoria non deve obbligare tutte coloro che non vogliono figli a procreare a tutti i costi. C’è chi vuole dedicarsi alla propria carriera, o semplicemente conoscere il mondo, avere più tempo per viaggiare o, banalmente, dedicare il tempo a se stesse a restare in buona salute anche estetica.
C’è che parla di egoismo! Egoismo? Che significa? Verso chi le donne senza figli non sarebbero generose? Solo i genitori tradizionali non sono egoisti? La verità è che ogni essere umano è sulla terra per perseguire la propria felicità. C’è chi, per farlo, ha bisogno di generare, e chi non ne ha bisogno. Pensiamoci un po’!
Spesso si decide di fare figli per vedere se il matrimonio può riprendere la coppia e salvare fallimenti personali, senza pensare che un essere umano non è un bene di consumo, bensì una creatura che ha bisogno di amore e di solide radici.
Quindi, se si sente che non si è in grado di dare quel tipo di sostegno, è un atto d’amore verso il mondo sottrarsi alla grande corsa per la procreazione.
Ognuno fa quello di cui è profondamente convinto in buona pace con se stesso: le storie passate nella posizione di bambini con la famigli di origine hanno contribuito a fare delle scelte per il futuro.
Ci sono uomini-mammo-babbo che desiderano figli più delle donne stese. “Voglio l’erede” e un tempo era sempre cosi: le donne dovevano sottostare a questo diritto dinastico. Ebbene in molti casi è contestato anche che la donna possa creare una dinastia di idee, di cultura, di cose giuste, di figli giusti e perché no? anche gli omosessuali.
Se una donna non sente la vocazione materna, molto meglio per quel figlio che non è nato! Non vi pare?
Bisogna osservare che da un punto di vista demografico le nostre popolazioni sono diminuite di molto perché siamo a crescita zero.
Sembra che ci siano brave persone che ci sostituiscano nel futuro come diverse razze etniche, forse saranno più motivate di noi.
Però sono i valori che mancano non i figli…
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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