Un esperimento scientifico diretto dal ricercatore, bioingegnere Cornelis Vlasman ha creato Oscar una forma di vita modulare che ricorda il fantascientifico film di Alien.
La modularità è un concetto che trova applicazione nel contesto dell’informatica, più precisamente nella programmazione, così come le scienze cognitive nello scoprire la struttura della mente tramite speciali algoritmi.
Un modulo informatico può essere definito in molteplici modi.
The Modular Body.
Cornelis Vlasman mentre faceva ricerche in laboratorio, ha trovato moltissimi articoli su siti di scienza divulgativa di biotecnologia, in particolare al crescere organi e a stampare cellule umane in 3D. In tal modo ha cominciato a lavorare e progettare organi con cellule viventi e a stamparle, con l’intento di replicare il corpo umano.
Insieme a esperti che se ne intendono, mi sembra assurdo sia possibile stampare organi vascolarizzati e funzionanti: infatti, alcuni scienziati pensano che forse sarebbe possibile tra trenta anni circa produrre qualcosa del genere: se sarà possibile potremmo diventare immortali, perché stamperemmo organi a pezzi e faremmo un perfetto puzzle sostituendo come dal meccanico per la nostra auto pezzi del nostro corpo qualora funzionino male o non funzionino affatto.
The Oscar Project sembra essere un evento mondiale che permetterebbe che l’intera razza umana venga posta alla prova del confine tra naturale e artificiale, riducendo anche il senso o valore della vita. E se fosse d’avvero possibile tutto ciò, saremmo contenti di esistere come corpo modulare?
Pochi o nessuno vorrebbe esistere come un alieno oppure un mezzo robot.
Ciascuno vorrebbe ritrovare se stesso nella propria identità.
Gli ibernati per esempio vorrebbero svegliarsi in futuro sotto forma di se stessi, solo guariti dalla malattia che li ha condotti anni prima alla morte!
Lo scienziato J. Lee ritiene che il corpo umano possa essere trasformato da corpo come sistema chiuso, a corpo come sistema aperto e modulare.
Le cellule staminali sarebbero programmabili e si potrebbe allevarle e stamparle in qualsiasi tipo di tessuto desiderato. Ciò significherebbe a che la distinzione tra uomo e macchina diventerebbe sarebbe nullificata.
Tale creatura vivente fa pensare alla sua esistenza tramite la sostituzione di organi del corpo anche mal funzionanti, in un sistema che funzioni come i mattoncini da costruzioni della Lego.
Penso che si sostituirebbe il cervello, ma non la mente cioè il sistema del pensiero umano, quello psicologico, le dinamiche psichiche soggettive?
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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