Uso questo termine “innamorarsi” come un termine generale, evitando di distinguere e commentare, come ho già scritto in passato, le ipotetiche differenze che si possono presupporre, come tipologie del contenitore e comun denominatore dell’amore: l’amore può includere idealizzazione, fortissima passione, si rivela come infatuazione o cotta, sbandata, come innamoramento solo per attrazione, anziché come amore stabile e pervasivo della globalità della persona.
Molta gente teme di innamorarsi, perché teme di correre gravi rischi di dipendenza verso il partner che potrebbero sfociare in abbandono, e quindi a disperazione.
Succede però che il tentativo di evitare di concedersi all’amore spesso non riesce, e in tal caso però lascia i soggetti soli e depressi.
Perché?
In realtà sono loro stessi che cercano un rapporto d’amore che faccia loro sentire la stessa dipendenza dall’amato.
Pertanto poiché queste persone vivono in se stesse/i profonda ambivalenza verso la persona desiderata e attraente, rivela verso la stessa anche paura e ostilità: la difesa e resistenza di stare lontano dal pericolo per non viver la dipendenza risulta inutile e prima o poi cedono così la coppia si forma.
Pertanto i soggetti che sono stati colpiti e attratti dal fascino dell’altro mantengono un dubbio che si risolve con grande lentezza: in realtà sin dall’inizio la relazione è già in costruzione.
Queste persone immaginano la relazione con un uomo o una donna, sostanzialmente, a livello inconscio, riattivando come in un copione scene appartenute al passato. Prevalgono in loro parti non risolte in famiglia che riguardano l’infanzia e l’adolescenza.
Creano un nuovo personaggio idealizzato, o cancellano quello che era opprimente con uno nuovo da idealizzare.
Comunque il rischio umanissimo di soffrire per illusione e delusione riguarda molta gente. Il coinvolgimento in amore, rimanere delusi e sofferenti riguarda quasi tutti…
I rapporti sessuali coinvolgono molto perché le persone si mettono in gioco completamente con il loro corpo.
I partner temono di non piacere e alcuni si sentono giudicate/i anche nell’anima.
Sentono di offrire la loro intimità e qualcuno/a si vergogna di un richiamo al pudore antico, sente di mettere completamente a rischio alcune proprie difese usate sin da adolescenti, come quella di mostrare qualche difetto che nell’intimità non si può nascondere.
Il fallimento del rapporto sessuale può corrispondere ad un fallimento a volte anche traumatico, anche se spesso solo momentaneo, che può perdurare nel tempo, perché il senso di Sé della propria unità sintetica, nel senso della propria identità, sembra dissolversi in quel fallimento.
Per molte persone la sessualità non rappresenta alcun problema per entrambi i generi.
Specialmente quando si è compatibili e complici, l’amore sembra trasformarsi in legame fortissimo, anche se non necessariamente duraturo, almeno per entrambi i partner.
Accade allora in questi tempi che molte giovani persone cerchino rapporti superficiali che durino poco tempo e solo se sentono un’attrazione, gli impegni affettivi non appaiono duraturi.
Ho sentito, quando s’incontra e si conosce una coppia ben assortita, esclamare: state insieme da così tanto tempo? Incredibile!
Nella vita ci sono molti terrori principali, come malattie invalidanti e sofferenza, coscienza del destino di morire che significa perdere l’identità che ci siamo costruiti, rimanere soli e abbandonati, diventare poveri e miseri vivendo a stento un senso di indegnità, perdere il controllo o soffrire di demenza come l’Alzheimer.
L’amore è assai importante, ma l’autonomia interiore lo è maggiormente!
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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