In medicina si possono curare o i sintomi di una malattia oppure solo le cause, oppure sia le cause sia i sintomi, specialmente se questi ultimi danno disagio.
Se ci riferiamo ai disturbi psichici la cura è pensabile in modo simile.
La psicoterapia può occuparsi di ridurre i sintomi, ma principalmente dovrebbe occuparsi di risolvere il più possibile le cause di un disagio come l’angoscia, l’insicurezza e certi disturbi fisici che dipendono da anomalie funzionali del corpo.
Il problema della psicoterapia riguarda il fatto che in alcuni pazienti certi sintomi psichici sono talmente acuti, come per esempio l’angoscia depressiva, tanto che la persona non riesce ad accettare la cura dello psicoterapeuta; infatti la sofferenza è psichicamente troppo grossa e ingombrante cosicché egli non può far altro che lamentarsi di questa. Il paziente non sente in se stesso lo spazio e la tregua per occuparsi di sé, ma si consegna a chi si prende cura di lui come una persona sconfitta e priva di ogni speranza per il futuro.
Gli psicofarmaci allora possono intervenire all’inizio o durante la psicoterapia in aiuto al fine di placare i sintomi e consentire allo psicoterapeuta di intervenire nella cura psichica.
In molti casi si può anche iniziare una cura psicoterapeutica con lo scopo di agire solo sui sintomi per consentire di curare in un secondo tempo le cause anche se è impossibile disgiungere nettamente gli scopi. C’è una complicazione: alcuni pazienti rifiutano l’intervento farmacologico perché sperimentano l’assunzione dei farmaci come un rimedio estremo e destinato solo ai malati gravi e cronici: assumere un farmaco è percepito come era in effetti un tempo e cioè assumere qualcosa di assai tossico.
Curare con la psicoterapia significa curare ciò che non si vede in una persona e che invece esiste eccome.
Il mondo interno, ossia lo psichismo è in verità assai vasto e rappresenta una realtà vitale.
Per molti pazienti è difficile ascoltare se stessi e produrre pensieri, fantasie e associazioni che sarebbero utili alla coppia terapeutica per elaborare certi fantasmi inconsci, ossia invisibili e non accessibili alla coscienza.
Perché? Per molti pazienti il mondo interno è qualcosa di sepolto e cancellato ed è percepito come se non si potesse mai più vedere. L’idea che qualcuno, seppur abilitato a farlo come lo psicoterapeuta, possa andare a sfruculiare il proprio mondo interiore che è inconscio genera fuga o comunque resistenza alla cura.
Il realtà la relazione inter-psichica e intra-psichica consente di far molta strada verso il successo della cura, ma ciò che non si vede per alcuni pazienti, non deve esistere.
Ora, già ai tempi di René Cartesio in Francia ai primi del 600 il problema dualistico tra spirito e materia era presente. Res cogitans e res extensa rappresentano appunto spirito e materia estesa. L’uomo è in grado di pensare, di avere intuizioni psicologiche e si dimostra intelligente (intus-legere), questa dimensione non ha estensione, non ha corpo come invece ha la materia che è appunto estesa ed è una realtà fisica, limitata e incosciente.
La dimensione del pensiero res cogitans consente la libertà, coscienza, ma è inestesa e quindi invisibile, quella cosa concreta ed estesa, res extensa, essendo limitata può far incorrere attraverso i sensi in errore e trasmettere alla psiche falsità sul reale.
I corpi estesi, cioè fisici, in movimento seguono un modello meccanico, ma quelli del pensiero e dell’intelligenza seguono un modello e un dominio ontologico diverso e così deve esistere una scienza che studia questa tipo di sostanza di res. Si può dire che da molto tempo è la Psicologia la scienza che si occupa della Res Cogitans.
Tuttavia l’uomo non può vivere dominato da due realtà, (dualismo) completamente diverse e allora il dualismo per il filosofo si risolve attraverso la ghiandola epifisi o pineale.
L’epifisi è una ghiandola neuroendocrina del cervello che già si conosceva a quei tempi e che oggi sappiamo svolgere una funzione di regolazione dei cicli circadiani grazie alla secrezione della melatonina: questo ormone favorisce la buona successione ritmica del giorno e della notte.
Sembra che Cartesio anticipi e intuisca concettualmente le scienza psicosomatica o somatopsichica.
Per Cartesio le sostanze sono due, la res cogitans (pensiero) e la res extensa (mondo concreto e fisico), ma egli pensa che in realtà esista una sola Res.
Oggi mi colpiscono le attuali ricerche che riguardano lo studio dell’universo.
Pubblicato sulla rivista Nature l’astrofisico Jean-Pierre Macquart, dell’australiana Curtin University, osserva come nell’universo attuale manchi materia rispetto a quella che in base alle ricerche del passato risultava esistente dopo il Big Bang.
Esplosioni cosmiche avrebbero permesso di rilevare la materia mancante dell’universo, ossia quella che dovrebbe esistere nell’universo e della quale si erano perse le tracce, nonostante decenni di ricerche.
La materia mancante si chiama barionica, che è quella di cui sono fatte stelle, pianeti e uomo, e non la materia oscura che occupa il 25% dell’universo.
Mi fa pensare che da un punto di vista epistemologico ci troviamo di fronte al dualismo tra materia barica e materia oscura che non si vede né si tocca.
Marco Pallavicini, della giunta esecutiva dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) osserva che tra le galassie c’è ulteriore materia barionica composta da idrogeno ed elio che però non si vede probabilmente perché molto rarefatta.
I ricercatori sono riusciti a rivelare tale materia osservando le esplosioni radio veloci, brevi lampi di energia molto difficili da intercettare, grazie al radiotelescopio Askap (Australian Square Kilometer Array Pathfinder).
Insomma anche in questo caso le tecniche sofisticatissime permettono di dare alle sostanze distinguendole tra invisibili e visibili una loro visibilità.
La scienza nel suo continuo progresso si accorge che le sostanze pur distinte tra loro sono trattate come un corpo unico diversificato, unificabili e non diviso
Così corpo e mente, psiche e soma, fanno di ogni essere vivente un’unica sostanza integrata.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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