Oltre tre anni or sono, insieme al Sindaco di Bologna, facemmo una conferenza pubblica sull’argomento: come ripulire la città dalle compulsioni graffitiche ad opera di alcuni giovani.
Pensavo che una bella città come Bologna dove abito, non meriterebbe un inquinamento murario così deprecabile.
Popolazione e turisti italiani e stranieri sono scandalizzati alla vista di una città così trasformata, quella stessa città che ai tempi nei quali ero studente universitario vantava di essere la migliore per qualità di vita, pulizia e sicurezza nelle strade.
Il Sindaco tuttavia sembra stia mantenendo le sue promesse di ripulitura.
Per migliorare sempre continuo a pensare che la situazione richieda:
- Considerare la teoria della finestra rotta che io riporto nel mio libro: Dal Graffitismo Artistico al Graffitismo Vandalico. Se vediamo una finestra con i vetri fracassati, state certi che presto vedrete fracassati tutti gli altri. In altre parole dobbiamo riparare subitissimo quel che è deteriorato perchè degrado richiama degrado.
- I condomini debbono incaricare gli amministratori di mantenere un rapporto con aziende apposite e convenzionarsi affinché ridipingano immediatamente i muri imbrattati. Ciò comporterebbe una modica spesa divisa tra i condomini e la pulizia sarebbe assicurata tutto l’anno. Gli imbrattatori di conseguenza sarebbero inibiti e invitati a ridurre visibilmente la loro ridicola e nefasta azione.
- Le telecamere dovrebbero servire anche all’individuazione dei devastatori che danneggiano il prestigio della città e il Comune si dovrebbe impegnare a garantirne la manutenzione e il funzionamento.
- Suggerisco ai negozianti di offrire lavoro agli artisti di murales, soprattutto facendo dipingere tutte le saracinesche dei negozi, con bei colori e pubblicità del loro negozi. Questo è già stato fatto da alcuni esercenti e sembra funzionare molto bene.
- Fotografare monumenti e portici antichi della città e tenerli in speciali archivi.
Sono convinto che la malattia del vandalismo murario si possa sconfiggere con un po’ di fiducia da parte dei cittadini senza avere il preconcetto che ripristinare e pulire i muri non ostacoli il dilagare del graffitismo.
Un elogio in generale ai graffiti artistici che con i bei disegni e colori usati, specialmente dipinti nei luoghi più squallidi e grigi, lontano dai centri urbani che comunque caratterizzano le città grazie a una antica o moderna architettura.
I posti squallidi sono invece tai anche se scomodi da raggiungere, ma ben dipinti si illuminano e mettono allegria.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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A proposito di murales artistici: ricordo che diversi anni fa, in visita a Praga, mi accorsi che venivano ridipinte le impalcature per i lavori di ristrutturazione dei palazzi del centro storico allora in corso: opere d’abbellimento che allo stesso tempo esprimevano vissuti ed emozioni diversissime.
Potrebbe la teria della finestra rotta esprimere la difficoltà a sentire di essere efficaci ovvero avere progetti da parte di alcuni ?
La diminuzione di questi graffiti, poi, forse racconta di alternative alla noia nate da un’affiancamento ed anche un’integrazione che li trasforma in un linguaggio?
Raffaella
No, significa che un quartiere degradato fa venir la voglia di degradarlo ulteriormente.
La diminuzione del devastamento che assomiglia al bullismo: richiama cioè l’idea secondo cui io sono padrone della città, niente é tuo ….. tutto mi appartiene il dominio, disprezzo e altro.
Il miglioramento minimo che osservo é dovuto al fatto che molti amministratori con l’aiuto anche del Sindaco hanno capito che conviene investire un minimo di denaro per ripristinare la dignità di un palazzo storico, facendolo ridipingere.
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