Erik Gandini, con il documentario La teoria svedese dell’amore racconta come la proposta nazionale e culturale, incoraggiata dalla politica svedese dagli anni settanta, fosse stata proposta all’insegna dell’indipendenza e autonomia di tutti i cittadini svedesi e naturalmente anche dalle donne. Nelle scuole si è insegnato per anni tale tipo di educazione e di cultura.
Oltre il cinquanta per cento delle donne svedesi vive per conto proprio e ottiene un figlio se lo desidera, comprando in internet lo sperma che il giorno dopo, è a casa propria, pronto per l’auto-inseminazione.
Alcuni uomini vendono il proprio sperma che negli anni ha permesso di accumulare centosettanta litri a disposizione delle donne che lo desiderano.
Ricordo che da bambino, anche in precedenza a questi anni, mi raccontavano su uno stile di vita in Svezia, liberalizzato nei rapporti sessuali, perché socialmente si combatteva contro la gelosia e la possessività nella coppia delle persone sposate.
Gli uomini e donne non mostravano di sentire tanto la gelosia rispetto ai noi, euro-italiani rispetto ai tradimenti del partner, ma per loro, svedesi potevano sperimentare il sesso con altri partner liberamente perché si doveva trattare di una esperienza a carattere sessuale umana da intendersi come normale: non avrebbe dovuto essere confusa come mancanza d’amore verso il partner sposato.
La Svezia come si sa, è una società ricca e assai civile. Le tasse sono alte, ma lo Stato é in grado soddisfare tutti i bisogni dei cittadini con grande qualità: i guadagni dei lavoratori sono alti.
La spesa in acquisti è quasi inutile per molti, perché non manca mai niente.
Il Welfare è assai appagante per tutti coloro che sono riconosciuti residenti in Svezia.
Eppure, si contano molti suicidi e un senso d’isolamento individuale e sociale
L’indipendenza e l’autonomia porta a uno stile di vita di tale autosufficienza che le coppie stabili sembrano statisticamente poche.
L’indipendenza viene raggiunta facilmente dai figli rispetto ai genitori e viceversa, dai nonni rispetto ai figli, dalle mogli rispetto ai mariti e viceversa.
I parenti, fratelli e zii, cugini ovviamente e altrettanto vivono in modo indipendente. Se ci sono sciagure, malattie e altri guai, sembra che lo Stato se ne faccia carico.
Si osserverà che tutto ciò suona come un paradiso e forse è davvero così!
Nonostante ciò, la gente vive da single, mentre la socializzazione sembra complessivamente troppo scarsa. Si vive da soli e si muore da soli, senza assistenza di parenti che restano ignari o indifferenti alle vicissitudini degli altri, anche se ci immaginano eccezioni.
Le persone che vivono in Svezia stanno molto bene, sia economicamente, sia nell’organizzazione della gratificazione dei piaceri che riguardano gli abitanti, ma sembra che le urgenze siano eliminate anche su un piano affettivo e sessuale.
Predomina però l’indifferenza collettiva e individuale perché l’indipendenza e la religione dell’autonomia riduce la ricerca necessaria dell’affetto dell’altro. Il sesso non manca e poi ?
Mentre nel resto dell’Europa, specialmente nella parte Sud come l’Italia, le urgenze sembrano al primo posto per la maggior parte dei cittadini, considerando le alte tasse, la mafia, i bassi stipendi, la disoccupazione, la crisi dei giovani che non cercano nemmeno lavoro, e infine le catastrofi naturali che penalizzano i territori, mentre il surriscaldamento terrestre, per ora, colpisce il caldo Sud maggiormente che a Nord.
Noi viviamo continuamente nella dipendenza sociale e in particolare psicologica della famiglia e delle famiglie, dalla famiglia mafia, a quello di uno Stato costituito da alcuni governatori, in buona parte corrotti.
In particolare in Italia, i migranti aggiungono preoccupazioni per la loro gestione …
Dove stanno i valori, le cose importanti, del senso dell’esistenza?
Noi non abbiamo, né lo spazio, né il tempo per accorgerci di ciò che vale in e per noi noi, nella nostra storia, nelle nostre ricchezze artistiche e psicologiche. Gli svedesi non hanno urgenze, ma non hanno cose importanti da raggiungere. Non rischiano di annoiarsi gravemente di creare vuoto attorno a Sé?
Molti di loro, ovviamente non tutti, sono isolati, forse soli, individui separati, privati dai sogni di idealità, di valori, di cose importanti da cambiare perché tutto facilmente si risolve, ecc.
Estremo Sud Europa e Estremo Nord Europa, così diversi ?
L’uno, servo del bisogno urgente, dell’emergenza, l’altro così civile e progredito, privo di cose importanti da ricercare?
Certo mentre scrivo, enfatizzo le differenze, ma al fine di far pensare chi legge dove e cosa sia meglio cambiare.
Cosa ne pensate?
Consiglio a chi non si spaventa, di seguire su Rai Tv La teoria svedese dell’amore
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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Pochi giorni fa parlavo con una ragazza di ritorno dalla Svezia, dove aveva soggiornato per far visita al padre che svolge una parte del lavoro in quel Paese, ne era entusiasta: sia dal punto di vista naturalistico, sia per l’accoglienza, solo mi ha fatto notare che il costo della vita per noi italiani sarebbe altissimo: penso, però, non fosse a conoscenza di altro, in particolare.
Mentre ciò che ho appena letto mi ricorda vagamente “The lobster”, un film di Lanthimos, che ritengo tratti entrambi gli aspetti: la fuga dalla socializzazione, anche familiare, ed un’aggregazione all’eccesso: dove la sessualità sembra essere una chiave di lettura della parte sommersa.
Nel finale, poi,la cecità, anche cercata, sembra aprire alla possibilità di sentire una libertà personale senza fuggire o “costringersi”, come metafora, anche rispetto a ciò che ho letto, di un rapporto simbolico prezioso tra passato e presente: il luogo delle speranze?
Raffaella