L’ascolto di chi ci parla, sentire ciò che l’altro ci dice veramente, memorizzare le parole per ricordare, sentire le parole per rievocare situazioni
Spesso le persone si distraggono mentre qualcuno sta loro parlando raccontando di sé, oppure perché quel qualcuno narra un vicenda che non interessa, oppure semplicemente certe persone non riescono a mantenere la concentrazione nell’ascoltare perché in loro prevale l’ansia che distoglie dall’ascolto. Spesso si vogliono fare troppe cose contemporaneamente.
Quest’ultima distrazione può avvenire perché in chi ascolta prevale un pensiero che genera angoscia e un disturbo del pensiero che rimane in primo piano nella mente, cosicché tutto il resto di chi ci parla cade nel buio.
Ascoltare chi ci parla non significa solo cogliere le parole e quindi certi contenuti pratici, ma tutta la comunicazione nel suo insieme: si tratta della comunicazione emotiva.
La comunicazione emotiva supera le barriere di quella logica, razionale e convenzionale proprio nel trasferire una energia psicoemotiva che si congiunga in modo adeguato con il mondo interno dell’altro. In tal modo il ricevente si sente compreso profondamente ed unito a chi gli parla, cosicché condivide empaticamente profondi significati che possono riferirsi per analogia anche al non detto.
Da un punto di vista neuro-psicologico sappiamo che esiste un tipo di intelligenza emotiva, introspettiva, empatica che coinvolge certi neuroni della corteccia del SNR sistema nervoso centrale chiamati neuroni specchio .Questi permettono l’invio di segnali di rispecchiamento tra persone e riconoscimento emotivo nei messaggi di scambio.
Tali neuroni vivono nel sistema limbico, cioè di strutture encefaliche collocate più sul lato temporale della corteccia che hanno un importante funzione nelle reazioni emozionali, nei processi di memoria rappresentativa, nella sensorialità primitiva (olfatto, contatto con la cute)
Nel sistema limbico amigdala, ipofisi, ipotalamo svolgono un‘importante missione di attribuzione di significato emotivo agli stimoli del mondo esterno codificandoli in utilissimi messaggi per la coscienza.
La memoria emotiva non ha nulla a che fare con quella cognitiva. Essa è costituita da rappresentazioni interiorizzate che assomigliano a film introiettati che si ripetono dentro di noi e anche inconsapevolmente ci parlano dentro come interlocutori interni.
Questi film sono molto utili per il comprendere il mondo e chi ci sta vicino e costituiscono la vera nostra memoria che rafforza la nostra identità e il nostro Self.
Anche chi non ha una predisposizione all’ intelligenza emotiva e introspettiva per antiche e varie ragioni si nota che durante un trattamento di psicoterapia psicoanalitica piano piano può fortemente migliorare ricavarne un grande beneficio.
Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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