Durante il servizio di leva nell’esercito di molti Paesi nel mondo, si usava un atteggiamento violento da parte delle reclute in fase di congedo che si chiamava Nonnismo.
Pensiamo a ciò che la letteratura anche cinematografica, ci racconta sui marines, corpo militare speciale degli Stati Uniti.
L’atteggiamento severo dei superiori verso i soldati può essere, al limite del maltrattamento. Per lo spirito militare d’attacco dei marines, non bisogna mai aver paura e costringere il militare semplice a controllarsi e al tempo stesso a odiare per non soccombere di fronte al nemico. Lo scopo della formazione oltre agli esercizi fisici massacranti consiste nell’irritare i soldati in training per provocare reattività aggressiva, tanto virile quanto potente e violenta.
Anche i soldati in via di congedo si comportano verso le matricole cioè i soldati appena arruolati in modo violento e ricattatorio, specialmente in Italia quando il servizio di leva era obbligatorio: si diventava uomini robusti, non femminucce deboli e insicure. Con tale scusa si esercitava con godimento da parte del sergente di ferro il potere che l’esperienza a suo tempo subita gli aveva insegnato a non aver paura.
Sono esperienza di un tempo che inneggiavano a ciò che oggi chiamiamo maschilismo e in qualche caso machismo dove la virilità testosteronica nell’uomo la fa da padrona.
Il nepotismo significa anche oggi favorire da parte di uomini di potere l’accesso al potere analogo e al privilegio di amici o parenti, oppure uno scambio di altri favori. La politica italiana ci offre sempre buoni esempi di nepotismo. Il ricatto è l’arma preferita da queste persone.
Non meno attuale oggi è il mobbing che significa molestare, aggredire.
In molti uffici privati e pubblici, il potere esercitato da alcuni uomini con funzioni di dirigenza si rivolge verso donne sessualmente interessanti per loro e anche senza esercitare una violenza fisica esercitano la loro onnipotenza esibendo lo strapotere che sperimentano sulla giovane impiegata, timida e magari anche un po’ insicura.
La violenza è agita soprattutto psichicamente: L’uomo è velleitario, stra-sicuro di se stesso, e il fine è esibizionistico, narcisistico: guarda quanto sono potente potrei fare di te ciò che voglio,non ti licenzio, non ti metto in cattiva luce davanti a altri superiori, invece sono generoso, ti invito a cena!
Come possiamo meravigliarci che nelle scuole altrove ci siano i bulli?
I bulli esibiscono il loro potere anche fisico, perché sono in gruppo e sono più forti fisicamente, prendono in giro ridicolizzando il compagno, svalorizzandolo fino a farlo sentire una pulce, in qualche caso sino a istigarlo al suicidio a causa della rabbia che fanno sorgere in lui o lei. I bulli sporcano le strade e devastano con i graffiti i muri delle città.
Alle corride in Spagna, oggi non più in uso, l’esibizione del coraggio si manifestava davanti ai tori che venivano tormentati sino alla morte.
I romani duemila anni fa ai giochi dei gladiatori che si svolgevano al Colosseo, godevano della sconfitta del più debole e se il gladiatore non aveva mostrato coraggio, lo lasciavano uccidere gioendo ancor di più con assoluta crudeltà manifesta.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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Mi sembra che questi comportamenti derivino comunque da un più o meno antico senso di impotenza che emotivamente non trova una collocazione propria e un riconoscimento di autorevolezza, ma una giustificazione falsata da ruoli idealizzati.
Soffermandomi, un attimo, sul bullismo, poichè ho costato come quando accade a scuola spesso motivi economici e tanto altro allontanino un aiuto specialistico e in quel momento forse preventivo: mi chiedo se, anche in questo atteggiamento, sia più in gioco una autorità che si sente venir meno piuttosto che un’autorevolezza?
Raffaella
@raffaella su Nonnino
In effetti l’autoritarismo é venuto meno negli anni 80
roberto.pani