Non sono sorpreso nel conoscere tanti eventi del genere, né tanto meno scandalizzato per il fatto che una donna, per esempio di 35 anni, nel ruolo di insegnante privato, possa aver approfittato del preadolescente a cui dava ripetizioni d’inglese individualmente e abbia compiuto più atti sessuali o deliberatamente con lui.
La cronaca racconta che la donna sposata, con già un altro figlio, sia rimasta incinta del preadolescente e abbia attualmente partorito un figlio avuto da lui.
L’evento si è verificato con piena desiderio da parte della donna e del marito sull’intera vicenda.
La donna dichiara che il ragazzo, di circa 14 anni, avrebbe aderito ai vari rapporti sessuali sollecitato dalla donna, ma con piena coscienza e adesione spontanea e di non averlo mai violentato o costretto a prestarsi al sesso contro la sua volontà.
Cerchiamo di chiarire cosa significa violenza.
Penso che molto difficilmente possa esserci violenza fisica da parte di una donna verso un uomo, per lo meno non penso sia mai certo che questo accada. Però non giurerei il contrario, seppur in genere sarebbe d’avvero molto raro.
Non mi riferisco al fatto che il preadolescente senza desiderio non potesse avere erezione dell’organo sessuale, data l’età. L’erezione nell’uomo, e ancor più nel giovanissimo, può avvenire per mezzo di diverse stimolazioni.
Gli studi dimostrano che anche sotto minaccia di morte, generando grande tensione e stress il pene maschile per via di noradrenalina e dopamina in circolo può erigersi.
Non è gradevole ricordare che si sono trovati uomini uccisi, con posizioni erettive degli organi sessuali.
Anche di notte accade spesso che in un uomo in diversi momenti del sonno, allo stadio Rem, alcuni stati emotivi alimentino, a livello del sistema nervoso centrale, il cosidetto nocturnal penile tumescence e altro, tumescenza notturna del pene, per parecchi minuti e a più riprese.
Gli stimoli partono dal cervello per produrre un’automatica ossigenazione dei corpi cavernosi che producono possibile ringonfiamento del muscolo pubo-coccigeo.
In altre parole l’erezioni maschile non riflette sempre il desiderio o il piacere sessuale.
Comunque il corpo, specie nei giovani preadolescenti, può essere stimolato opportunemente con risultati analoghi: il timore o qualunque minaccia possono favorire una indesiderata eccitazione degli organi sessuali.
Ma in questi casi un minorenne all’età della pubertà, pur non avendo subito violenza fisica, ha subito uno shock da oltraggio all’immagine di Sé e al suo corpo connesso con tale immagine.
Ci si domanda quanto sia stato manipolato per aderire all’atto sessuale ripetuto molte volte.
Il fatto poi di aver avuto un figlio dalla donna a quell’età, mi sembra un evento grave.
Il figlio di un figlio!
Ci si domanda: quante possibilità aveva il ragazzo di evitare la gravidanza della donna di Prato, con già un bambino di 7 anni?
Quanto sarebbe stato spinto a soggiacere ad un atto in fondo indesiderato?
Come e quanto si può desiderare di diventare padri a 14 anni?
Mi riferisco alle ipotetiche azioni manipolatorie della donna.
Perché un tale bisogno in lei?
Quanto si possono considerare questi atti sessuali, atti di parafilia?
Oggi la parafilia potrebbe essere definita anche come una neo-sessualità.
Ai tempi di Freud (1905) si riteneva un disturbo patologico.
Scrive Freud: la pulsione sessuale probabilmente è in un primo tempo biologico indipendente dal proprio oggetto.
Le fantasie diventano coscienti e vengono espresse direttamente come piacevoli attività egosintoniche, cioè indifferenziate da Sé stessi.
Secondo McDougall, psicoanalista di fama, il comportamento sessuale si evolve da una complicata matrice di identificazioni e contro-identificazioni con i genitori.
Ciascun bambino è coinvolto in un teatro psicologico inconscio che sorge dai desideri e conflitti erotici inconsci dei genitori.
In tal senso la natura obbligatoria di ogni neo-sessualità è programmata da copioni genitoriali interiorizzati dal bambino.
Allora l’attività perversa comprende un tentativo disperato di ristabilire l’integrità e la coesione del Sé in assenza di risposte empatiche.
Il punto è che il ragazzo minorenne a quella età è stato abusato perché si suppone abbia subito uno shock complessivamente simile a quello che si può considerare stupro, anche se sostenuto e attenuato da messaggi culturali e storici che proteggono l’immagine del sesso maschile dallo stupro in senso socio-culturale.
L’uomo in generale, anche molto piccolo, se desiderato da una donna può sentirsi meno vittima rispetto a una donna stuprata da un uomo.
Tuttavia spetta agli esperti, cioè a chi potrà esaminare i danni psichici causati da un’esperienza così importante come quella descritta dalla cronaca, comprendere la gravità di quanto è successo.
La mancanza di rispetto dei desideri sessuali se vengono calpestati in una persona rendono l’azione comunque una violenza oppure uno stupro con alcune attenuazioni del caso.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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