Penso che il terrore, e comunque in generale, la normale paura di invecchiare, riguardi sostanzialmente il senso di perdita d’identità.
Per esempio, si sa che in età giovanile si è in attesa del futuro che è sognato bello e nel quale molti di noi si vedono persone di
successo che vengono ricompensate degli sforzi che stanno facendo o che si sono già fatti, per vedere realizzati i propri desideri.
Quando si supera la mezza età che, per ciascuno di noi è soggettivamente vissuta diversamente, qualche piccolo segnale di
cedimento del nostro corpo fa ricordare che il tempo a nostra disposizione per vivere non è infinito.
Qualche ruga che compare nella fronte attorno agli occhi, ci mette in allarme, qualche capello bianco in più o qualche in meno ci portano alla nostra realtà biologica.
Vengono in mente i nostri genitori che lamentavano le stesse osservazioni, quando noi eravamo fanciulli.
Possono allora subentrare rimpianti, timori di non riuscire a realizzare quanto ci si è prefissati, di rimanere a metà strada.
Normalmente al mattino ci si specchia e mentre noi conserviamo un’immagine di noi stessi che ci fa sentire sempre persone
giovani, perché è questa l’immagine che inconsciamente manteniamo, ignari nell’inconscio del tempo che trascorre, ci accorgiamo di sperimentare delusione e preoccupazione che poi subito scompare in poco tempo.
Ma si tratta di un primo sgradevole sentore che rimane impresso nel nostro mondo interiore.
Piano piano, si comincia e temere di diventare poco desiderabili.
Invecchiando, si può diventare meno attraenti. Il mondo sociale ti guarda con meno interesse. i vantaggi diminuiscono.
La scienza ha promesso e continua a promettere che con la tecnologia, con la dieta giusta, con gli integratori adatti, con
interventi plastici facciali e altro, si può ritornare all’aspetto di qualche anno prima.
Con il passare degli anni i medici ti ricordano che devi fare controlli, al seno, agli organi riproduttivi, al colon, alla prostata,
all’apparato cardio-circolatorio, il dover indossare gli occhiali. Tutto ciò ci ricorda il nostro invecchiamento.
Il tempo che trascorre ci può chiudere in una simbolica prigione.
Si teme di rimanere soli.
Il senso di perdita diventa protagonista della nostra vita e la solitudine si affaccia ad ogni finestra.
Occorre porre rimedio, occorre avere coraggio per cambiare, per prevenire le brutte sorprese, sia per quanto riguarda la nostra
salute, sia per quanto riguarda gli affetti e la storia sentimentale prescelta, sia per quanto riguarda il lavoro.
Sono sola o solo e non debbo sbagliare per non rimanere più sola o solo. E se mi rivelassi incapace, nessuno ormai può più
aiutarmi!!
Mi sento insicura o insicuro, posso sbagliare sempre, temo di espormi e di gestire i rapporti con la gente in modo inappropriato!.
Il terrore, e non solo più la paura d’invecchiare, fa sorgere alcuni sintomi come le fobie come quella sociale, il giudizio
persecutorio, di non saper guidare bene la propria automobile, di non saper più amare ed essere amata/o, o, fare sesso, ecc
La gente ti guarda come se non fossi più te stessa /o.
Se diventerò povera/o? Se la mia pensione non mi basterà per vivere? A cosa dovrò rinunciare?
Se divento grassa e brutta’ Non sarò più amata da nessuno?
Non posso credere che non esisterò più!
Parlare con qualcuno, specie se un professionista, potrebbe esser di molto aiuto, perché si tratta di accettare il senso di perdita
per ricompensarla con un arricchimento della nostra identità.
Roberto PaniSpecialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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