Vita sessuale: il bisogno di non deludere il partner, prevale sul desiderio di amare?

Vita sessuale: il bisogno di non deludere il partner, prevale sul desiderio di amare?

Sento molto spesso raccontare sia da giovani donne, sia da giovani uomini episodi dove i rapporti sessuali non vanno a buon fine, nel senso che sono deludenti.

Questo accade perché si vede che alcuni adulti di sesso maschile, (ma anche femminile) evitano di trovarsi coinvolti in una situazione dove c’è tempo e spazio per trascorrere un’intera notte insieme al partner avendo davanti tutto il tempo e lo spazio che consente piena libertà di agire sessualmente.

Alcuni preferiscono situazioni che vedono come teatro del sesso l’automobile, come se evitassero un impegno troppo coinvolgente che in realtà, dovrebbe prospettare una situazione più serena per la coppia.

Certo non mi riferisco a coppie di conviventi ormai collaudate nel bene e nel male. Mi riferisco a persone single i quali non avrebbero motivo di sentirsi in colpa verso qualcuno, ossia verso un’altro partner al quale avrebbero promesso fedeltà.

Gli aspetti sessuali che riducono la piacevolezza del rapporto riguardano, come al solito, l’erezione maschile che può essere mancante del tutto, oppure si mantiene per un tempo limitato o comunque, è assai modesta oppure deve essere ottenuta stimolando per un tempo infinito.

Tali aspetti appaiono all’uomo e alla donna come umilianti. L’uomo non si sente all’altezza di un’azione che presto si trasforma in un compito e l’idea di una piacevole serata trascorsa con la comunicazione del corpo, si trasforma in un dovere riuscire tanto faticoso quanto stressante.

La donna può anche lei sentire di sbagliare qualcosa che per l’uomo é delicato e aggiunge alle sue inibizioni anche la propria incapacità di essere desiderabile. Lei distingue con fatica ciò che potrebbe derivare da un proprio limite da quello che potrebbe essere il limite del partner.

Nelle difficoltà sessuali femminili, la donna può a livello vaginale provare dolore, bruciore e un senso di prurito pungente. Si tratta di dispareunia. Quando la penetrazione da parte dell’uomo é impossibile, si parla di vaginismo vero e proprio.

La vestibolite vulvare è un’infiammazione che, in presenza di secchezza vaginale e di spasmo muscolare, tende a cronicizzarsi per via dei vari tentativi di tentare la penetrazione, tentativi che falliscono tutti: nel contempo si manifestano ripetuti microtraumi e microabrasioni della mucosa vaginale.

Da un punto di vista psicologico, certe dinamiche legate a tali blocchi, sia dell’uomo, sia della donna,

penso possano risentire di messaggi antichi e culturalmente punitivi, alternandosi a giochi con compagni di scuola allusivi al corpo femminile, al seno grosso o piccolo, a frasi volgari, umilianti e anche violenti tentativi corporei di seduzione, e inoltre possono esservi state visite mediche considerate imbarazzanti per ragazzine inesperte.

S’instaurano nelle ragazze certe fobie che sembra difficili ridurre e che alimentano circoli viziosi, come il ritorno frequente della Candida Albicans o altre infiammazioni neuro-distoniche muscolari, che rendono l’apparato vaginale fibroso. Il medico specialista a volte, non sa se venga prima l’uovo o la gallina e deve studiare attentamente la patologia.

La cura psicologica di queste situazioni, per dir poco di sofferenza, riguarda con quale dinamica psicologica all’interno della relazione psicoterapeutica, sia accessibile esaminare come per entrambi i partner o uno dei due sperimenti inconsciamente in sé uno scenario che differisce gli intenti desiderati che riguardano la realizzazione di un atto amoroso vero e proprio.

Non bisogna lasciarsi prendere dal dovere di fare bella figura con il partner, né pensare che vi sia un occasione per esibire la propria identità maschile e femminile tramite un esecuzione sessuale ben riuscita.

Spesso però una parte narcisistica di noi ha il sopravvento nello scenario amoroso: il bisogno e non il desiderio primeggia urgentemente e quello di apparire seduttori o consumate amazzoni.

Non c’è allora più il desiderio di scambio amoroso che rimane in primo piano, quello stesso che dovrebbe promuovere fantasie e atti erotici, sufficientemente eccitanti, ma solo la prigionia del proprio bisogno di recitare la parte del dongiovanni e di Isabella dei Medici. Si tratta comprensibilmente di una parte che ha bisogno di raccontare a se stessi, più che all’altro, che si ha valore sia come uomo e sia come donna.

E’ chiaro, a questo punto, che la concentrazione su tali fantasie considerano all’altezza soltanto ciò che si è trasformato in nient’altro che un compito: tutto ciò distrae la coppia completamente dall’originario desiderio di scambio di amore e di piacere.

La farmacologia può aiutare a ridurre certe tensioni e contrazioni muscolari e anche il tono dell’umore che è diventato nel frattempo un muro di gomma insormontabile per certe persone. Sono convinto però che lo scenario che si riproduce in psicoterapia psicoanalitica che, spontaneamente porta a ripetere ed evidenziare alcune psicodinamiche che sono alla base del problema, sia di grande aiuto a superare i blocchi sessuali.

Roberto Pani
Specialista e professore di Psicologia Clinica e Psicopatologia
Alma Mater Sudiorum Università di Bologna,
Psicoterapeuta e Psicoanalista
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